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Il piccolo Leonardo Cavallaro, 2 anni, doveva andare all’asilo. Non ci arriverà mai. Morirà nell’abitacolo cocente dell’auto. Il papà, Luca, ingegnere, lo dimentica per cinque lunghissime ore in macchina, sotto il sole. Una dimenticanza che è valsa una vita.

La tragedia del piccolo Leonardo Cavallaro

Sono le otto del mattino. Luca, ingegnere idraulico di 43 anni, esce di casa per portare il figlioletto al nido. Da lì dovrà andare all’Università di Catania dove lavora come impiegato amministrativo in facoltà. Il piccolo si addormenta probabilmente in auto. Luca scende dalla macchina mentre il bimbo è appisolato sui sedili di dietro. Passano le ore. La temperatura nell’abitacolo sale. Leonardo si sveglia, comincia forse a piangere, a chiedere della mamma e del papà. Nel parcheggio, però, nessuno si rende conto della sua presenza. Il bimbo gronda sudore, perde liquidi. Batte le manine sui finestrini invocando aiuto. Dopo un po’ perde conoscenza e resta lì, adagiato sui sedili, in un abitacolo che somiglia a un inferno. Il termometro segna più di 40 gradi.

La telefonata

Luca intanto è a lavoro, non si accorge di nulla. Finché non riceve la telefonata della nonna, che è andata all’asilo senza trovare il piccolo. L’ingegnere realizza subito cosa sia successo. Alle 13 schizza dalla sedia del suo ufficio, corre nel parcheggio e trova Leonardo morto disidratato sui sedili. E’ il panico. Monta in auto e corre subito al Policlinico, dove tra l’altro la moglie, Maria, lavora come cardiochirurga. Passano trentasette minuti dove il personale medico prova a rianimare il piccolo che però è già in arresto cardiaco. Non ci riesce. “Leonardo è morto”, comunicano i medici. Papà Luca scoppia a piangere. Sono le 14 e 47.

Le indagini e il precedente

Intanto la Procura ha aperto un indagine. Il pm di Catania Andrea Norzi ha avviato un’inchiesta per omicidio colposo. “È un uomo disperato, distrutto, che piange continuamente e non riesce a spiegare l’accaduto”, ha raccontato uno degli inquirenti. Nel luglio del 1998, sempre a Catania, in una torrida giornata estiva un bambino di due anni era stato dimenticato dal papà nell’auto parcheggiata ed era morto. Nel giugno scorso all’aeroporto di Catania un bambino di quattro anni era stato lasciato nell’auto dai genitori, due svizzeri. La temperatura sfiorava i 40 gradi. Un sovrintendente della polizia sfondò il finestrino col calcio della pistola e lo liberò.

 

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