Restituiti, a distanza di soli diciannove giorni, i beni di proprietà dei familiari del defunto boss del Borgo Sant’Antonio Antonio Grasso detto o’cuozz. Su istanza dell’avvocato Marco Sepe, i familiari hanno ripreso possesso di tre abitazioni, un’autovettura ed uno scooter, sequestrati alle prime luci dell’alba del 26 giugno scorso nell’ambito dell’indagine che ha portato in carcere numerosi presunti affiliati ai clan dell’Alleanza di Secondigliano.

Il GIP D’Auria ha ritenuto assolutamente attendibile la ricostruzione fornita sin da subito dal difensore che ha rappresentato, con una moltitudine di elementi documentali ed allegazioni, la lontananza della moglie del Grasso e del figlio minore, da circuiti che gravitavano intorno all’altro figlio Emanuele, già detenuto per reati attinenti allo spaccio ed alla distribuzione di droga al centro di Napoli, arrestato nell’ordinanza che porto in carcere numerosi affiliati nel marzo 2016, compreso suo padre, successivamente deceduto per una grave patologia, l’allora reggente del clan nel Buvero, Tonino Grasso detto o’cuozz.

I beni, già sequestrati e restituiti nel precedente procedimento, sembrava sin da subito dovessero rivivere la stessa sorte secondo il difensore; questa volta, tuttavia, per un arco di tempo certamente brevissimo, e con il minimo strepito per i legittimi proprietari che ne recuperano il pieno possesso.

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