Licenziata dipendente ipermercato

Ha dell’incredibile la vicenda accaduta a Montevarchi in provincia di Arezzo. L’Unicoop ha deciso di licenziare una sua dipendente il 20 maggio scorso. La decisione è finita in tribunale.

La donna dipendente dell’Unicoop, delegata dell’Unione Sindacale di Base, era andata a fare la spesa in un giorno in cui era libera dal lavoro. In quell’occasione, aveva acquistato diversi prodotti per un totale di 43 euro.

La dipendente ha passato la carta socio sotto il lettore che identifica il possessore, ha premuto il tasto «termina e paga», e per gli acquisti le hanno consegnato due bollini. Fin qui tutto bene se non fosse per il fatto che la donna non si sarebbe accorta che la cassa non aveva registrato il saldo ed emesso lo scontrino, che serve per far aprire il cancelletto di uscita.

Si è messa a cercarlo ma «le è stato aperto il cancello delle casse fast senza effettuare i dovuti controlli sul palmare», come recita il testo della missiva nel quale si riconosce la buona fede di tutti i presenti e in primis della dipendente definita nella lettera dei colleghi «onesta e irreprensibile come lavoratrice e cliente». Non appena le commesse si sono accorte dell’accaduto, l’hanno fatta richiamare all’altoparlante e lei ha immediatamente provveduto a saldare.

La versione della donna, però, non è stata accolta da Unicoop che ha fatto scattare il licenziamento  il 20 maggio. La società ritiene la condotta dell’ex dipendente «intenzionale e tanto grave in quanto idonea a ledere definitivamente il vincolo fiduciario alla base del rapporto». Interpellata dall’agenzia Adnkronos, Unicoop Firenze non ha commentato la vicenda, riservando eventuali dichiarazioni dopo il pronunciamento del giudice del lavoro.

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