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Quasi tre ore di guerriglia all’ospedale Sant’Anna di Boscotrecase. Cinquanta carabinieri e poliziotti impiegati per placare la furia devastatrice di Andrea Cirillo (affiliato al clan Gionta) e dei suoi parenti. Un raid punitivo contro medici e infermieri per vendicare la morte della moglie del pregiudicato, Caterina Verso, 53 anni, ufficialmente stroncata da una leucemia.

Al momento, sono quattro le persone denunciate. Cirillo è stato altresì denunciato per evasione dagli arresti domiciliari. Gli altri deferiti sono i due figli della donna, che rispondono di lesioni e danneggiamento aggravato, e di una nipote, che avrebbe partecipato a mettere a soqquadro l’ospedale. La rabbia è esplosa tra le 12 e le 15 di ieri. Appena appreso del decesso fulmineo della donna, i parenti si sono scatenati.

Prima hanno devastato il reparto di medicina generale, poi hanno aggredito chiunque capitasse a tiro, sia infermieri che medici. Molti dei presenti sono stati costretti a fuggire e a barricarsi in una stanza in attesa dell’arrivo dei vigilantes prima e delle forze dell’ordine poi, richiamate da tutti i comuni limitrofi de vesuviano. Agenti e militari dell’Arma hanno impiegato circa tre ore per ristabilire l’ordine.

Ad avere la peggio è stata il medico che ha comunicato la morte della donna. L’uomo ha riportato escoriazioni al volto e un forte trauma cranico. Ancora non sono stati quantificati i danni materiali provocati alla struttura. Nel frattempo i familiari di Caterina Verso hanno sporto denuncia perché la 53enne sarebbe deceduta in circostanze di malasanità. Il magistrato di turno della Procura di Torre Annunziata ha disposto l’esame autoptico sulla salma.

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