Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro il ministro dell’interno Matteo Salvini. La motivazione è legata alle decisioni del ministro che lasciò ormeggiata all’interno del porto di Catania la nave della Guardia Costiera italiana Diciotti, con a bordo 177 migranti soccorsi nel canale di Sicilia.

I migranti furono fatti scendere dopo dieci giorni di permanenza a bordo della nave: in quella occasione alcuni cittadini catanesi provarono a portare viveri e generi di prima necessità alla nave, per aiutare le persone a bordo. Per la decisione di non far scendere i migranti il ministro Salvini e il capo di gabinetto del Viminale, il prefetto Matteo Piantedosi, furono indagati per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale.

La Procura di Catania aveva già fatto pervenire a Salvini la richiesta di archiviazione del caso nello scorso novembre. In quell’occasione Salvini aveva festeggiato la notizia in diretta Facebook. Quanto accade oggi, di fatto, riapre il caso, col Senato che dovrà votare e scegliere se mandare il ministro dell’interno a giudizio oppure no.

Matteo Salvini ha già commentato la notizia – diffusa proprio da fonti del Viminale – attraverso i propri profili social: “Ci riprovano. Torno ad essere indagato per sequestro di persona e di minori, con una pena prevista da 3 a 15 anni. Manco fossi uno spacciatore o uno stupratore. Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire sì o no, libero o innocente, a processo o no. Ma lo dico fin da ora, io non cambio di un centimetro la mia posizione”.

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