Giugliano. Tutti gli alberghi dell’area giuglianese avrebbero dovuto pagare una somma estorsiva alla camorra. E’ quanto emerge dall’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di 9 persone ritenute vicine ai clan Mallardo di Giugliano e De Rosa di Qualiano.

Tra le figure chiave dell’indagine c’è Filippo Caracallo, collaboratore di giustizia di Giugliano che da alcuni mesi sta rivelando le dinamiche criminali. Il pizzo dei Mallardo veniva imposto soprattutto ai cantieri edili ma negli ultimi anni il settore aveva subito un brusco calo ed allora la mala locale aveva deciso di cambiare il business, puntando sui vari hotel situati tra circumvallazione esterna e fascia costiera. “Circa 4 anni fa – dice Caracallo in un interrogatorio del giugno 2018 – non si stava più costruendo. Cecere e Quaranta hanno deciso allora di far pagare l’estorsione a tutti gli alberghi dell’area giuglianese. Io sono andato personalmente a chiedere l’estorsione presso una di queste strutture.”

Poi il pentito fa il nome in particolare di alcuni hotel che avrebbero pagato il pizzo al clan, strutture situate tra Licola Mare e via Ripuaria a Varcaturo. “Ho sentito personalmente una conversazione in cui si diceva che andavano a prendere i soldi. – dice – Ciò è avvenuto circa 3 anni e mezzo fa“.

I carabinieri nel corso dell’inchiesta hanno ascoltato anche vari imprenditori. Uno di questi ha rivelato che la rischiesta estorsione era di mille euro nel periodo natalizio. Ad occuparsene sarebbero stati soprattutto i fratelli Quaranta, Mario e Giuliano. Secondo gli inquirenti, c’era un clima fortemente intimidatorio e le richieste veniva avanzate costantemente nei confronti degli imprenditori. Oltre alle dichiarazioni del pentito Caracallo ci sono anche intercettazioni telefoniche ed ambientali. Nel mirino degli estorsori sarebbero finiti pure ristoranti, pescherie e ditte che si occupano della mensa scolastica. Le richieste venivano avanzato nel tipico stile mafioso: “ora ci sono problemi”; “mettersi a posto con gli amici”.

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