funerali raffaele perinelli miano

Prima dei funerali si sono radunati intorno alla bara, al centro della Chiesa di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori in via Janfolla, nel cuore di Miano. Come se Raffaele, il 21enne ucciso con una coltellata al cuore dal reo confesso Alfredo Galasso per una banale lite tra ragazzi, fosse ancora vivo e fisicamente presente tra loro.

Amici, parenti, semplici conoscenti accorrono al feretro , giunti silenziosamente, in processione, poi si sono fermati. Chi in piedi, chi seduto. Molti hanno indossato una maglietta raffigurante il viso del ragazzo con cui si invoca giustizia. La stessa che invoca la mamma, Lina, che si rivolge ai giudici e agli avvocati quando davanti a giornalisti e fotografi chiede il massimo della pena per il killer del figlio. “Giustizia per Lello” è anche la scritta che campeggia sui manifesti affissi sopra i muri che circondano il sagrato.

Dopo la preghiera di gruppo intorno al feretro, alle 10 e 30 è iniziato il rito funebre con l’omelia del parroco, Don Salvatore Cinque, in una chiesa gremita e senza più posti a sedere. Tutto il quartiere è rimasto per più di un’ora lì, intorno alla bara bianca di Lello, con la parola “giustizia” sussurrata a fior di labbra. Il prete, rivolto alla folla, ha ricordato il giovane e il suo amore per lo sport e il calcio: “Lello la sua coppa l’ha vinta con l’esempio. Ha finito la scuola dell’obbligo e poi ha iniziato a giocare a calcio e a lavorare. Il quartiere ha bisogno di esempi come lui. Non deludiamolo e vinciamo anche noi la nostra coppa”.

Durante la messa, qualche parente ha accusato un malore ed è stato necessario l’intervento del 118. Infine, a omelia conclusa, il feretro contenente il corpo senza vita di Lello è stato condotto all’esterno della Chiesa. Un lungo applauso, interrotto da qualche singhiozzo, e tanti palloncini bianchi fatti volare in ciello hanno accolto la bara prima dell’ultimo viaggio verso il cimitero.

In migliaia si sono stretti accanto alla famiglia – la madre è stata tutto il tempo dei funerali a terra accanto alla bara del ragazzo – mentre in aria sono stati lanciati centinaia di palloncini bianchi. In tanti indossavano magliette con la scritta ‘lp3’ (il nome – Lello – e il cognome del ragazzo ed il numero della maglia che indossava).

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