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Forse un raptus di gelosia o un momento di rabbia. Antonio Topa avrebbe ucciso la moglie, Immacolata Stabile, strangolandola al termine di una discussione, e poi, resosi conto di quanto fatto, si sarebbe tolto la vita impiccandosi. E’ questa la ricostruzione che sta emergendo dalle indagini dei Carabinieri giunti sul luogo della tragedia, in un condominio di via Marsala, a San Marcellino, stradina a ridosso di corso Italia.

Le persiane degli altri palazzi sono abbassate. C’è poca voglia di parlare. La giornata è uggiosa: tutti i residenti sono stati svegliati di soprassalto da sirene e ambulanza nel cuore della notte. Urla, frasi scomposte: tutti avevano pensato all’ennesimo litigio tra marito e moglie. Una coppia come tante altre, due figli di 19 e 20 anni, Biagio e Maria Rosaria. E invece, quando il figlio è rientrato a casa dopo una serata tra amici, ha scoperto l’orrore: Antonio e Imma erano entrambi morti.

Sono secondi di panico. La madre è esanime, in camera da letto, con i segni inequivocabili di uno strangolamento; il padre viene ritrovato impiccato al solaio di un’altra camera. Con l’aiuto dei vicini, vengono allertati immediatamente i soccorsi e i carabinieri. I sanitari del 118 arrivano e constatano il decesso dei coniugi.

Ora spetterà agli investigatori e agli inquirenti della Procura di Napoli Nord, anche in base alle risultanze dell’esame autoptico, ricostruire le fasi dell’omicidio-suicidio. Ciò che è certo che è la coppia litigava spesso, soprattutto per la gelosia che accecava Antonio, ma niente lasciava presagire un esito così tragico. L’anno scorso lei aveva sporto denuncia per maltrattamenti contro il marito, poi l’aveva ritirata due settimane dopo.

Sposati giovanissimi, lui originario di Fuorigrotta, di professione carpentiere, lei casalinga, avevano dedicato la propria vita ai figli, come dimostrano le decine di foto pubblicate anche sui social network. Un quadro familiare apparentemente felice, rovinato ieri notte dall’ennesimo femminicidio.

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