Piogge violente, inondazioni e frane hanno messo in ginocchio il Giappone occidentale. Il bilancio è di 140 morti 80 dispersi e milioni di sfollati. Da giovedì scorso il maltempo ha flagellato l’area ovest della nazione nipponica sommergendo interi villaggi.

Il bilancio dei danni e dei morti causati dall’alluvione che  vessa senza sosta Hiroshima ed altre province si aggrava ogni ora di più: proprio la prima città è stata colpita maggiormente, riportando la morte di 44 persone ed un altissimo numero di sfollati. Le autorità hanno disposto l’evacuazione di 5 milioni di persone nelle regioni sud-occidentali del paese. L’ultima volta che si registrò una catastrofe climatica del genere risale al 2014: in quella circostanza persero la vita 77 persone.

L’allerta permane invariata in svariate province ed ai massimi livelli a Gifu (centro), Ehime e Kochi (ovest) a causa di possibili straripamenti di fiumi, frane e smottamenti. Al lavoro ci sono più di 54.000 persone tra soldati, poliziotti e pompieri con l’ausilio di 41 elicotteri; persino il premier Shinzo Abe, date le circostanze gravi, ha rimandato i viaggi in Francia, Belgio, Arabia Saudita ed Egitto per non lasciare la guida dei soccorsi e dedicarsi al massimo all’emergenza.

Anche l’economia sembra risentirne: infatti, grandi aziende come Mazda e Daihatsu Motor Co. hanno bloccato la produzione nei loro stabilimenti di Kyoto, Hiroshima e Yamaguchi per liberare facilmente le vie di comunicazione per i soccorsi; lo scenario è dei meno rassicuranti poiché già sabato pomeriggio i centri di evacuazione emergenziali allestiti dai soccorsi ospitavano oltre 30mila persone.

 

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