Nella mattinata odierna, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata da questa Procura della Repubblica, i Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Caserta, unitamente al N.I.C. della Polizia Penitenziaria, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal 35° Uff. GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di 4 indagati (3 in carcere e 1 all’obbligo di dimora nel comune di residenza), ritenuti responsabili, a vario titolo di concorso in corruzione (artt. 110, 319 e 321 c.p.) per atti contrari ai doveri d’ufficio, in quanto assunti in violazione di disposizioni dell’ordinamento penitenziario (l. 354/1975).

 

Si tratta di Nicola Cosentino, Giuseppe Esposito (cognato di Cosentino), Umberto Vitale (guardia penitenziaria) e Maria Costanza Esposito (moglie di Cosentino)

 

 

L’indagine è il naturale prosieguo del contesto investigativo che ha già portato all’ arresto dell’ex Sottosegretario di Stato e deputato Nicola Cosentino in data 3 aprile 2014. In dettaglio, sulla base di attività tecniche e dinamiche, accertamenti testimoniali e documentali, il GIP, alto stato degli atti, ha valutato positivamente nell’ordinanza la sussistenza dei seguenti fatti:

 

– il citato ex parlamentare, prima e soprattutto dopo il suo arresto, ha intrecciato rapporti con agenti del Corpo della Polizia Penitenziaria tali da permettergli di ottenere trattamenti di favore durante la sua detenzione nel carcere di Secondigliano (NA);

 

 

– alcuni agenti della Polizia Penitenziaria, illecitamente remunerati attraverso somme di denaro o assunzioni di propri parenti, facevano pervenire al detenuto messaggi dei congiunti del Cosentino o comunque provenienti dall’esterno, recapitavano al detenuto beni ed utilità varie, contravvenendo a quanto imposto dalla prevista normativa carceraria e consentivano talvolta all’ex politico di muoversi addirittura liberamente all’ interno dell’istituto carcerario durante le ore notturne;

 

 

– gli incontri (ne sono stati censiti 36, monitorati e filmati) con un cognato del Cosentino, mediante i quali uno dei poliziotti penitenziari riceveva i documenti ed i beni da far giungere fraudolentemente nell’istituto di pena, avvenivano presso un distributore di carburanti sito nelle vicinanze dell’abitazione dell’agente nel comune di Succivo (CE), dove, al termine dell’attività investigativa, si è proceduto ad effettuare anche un riscontro in data 21 marzo 2015, che ha permesso di acquisire utili ed ulteriori elementi a supporto della tesi investigativa;

 

– in taluni casi, peraltro, l’assistente della P.P. ed il cognato di Cosentino, dopo essersi contattai utilizzando un linguaggio criptico, si sono incontrati, dunque all’evidente fine di scambiarsi messaggi verbali riservati

 

– un ulteriore riscontro investigativo si è avuto all’esito della perquisizione disposta, sempre il 2 marzo 2015, all’interno della cella dell istituto di pena di Napoli – Sconsigliano dove si trovava detenuto il Cosentino, il quale veniva trovato in possesso di 30 tipologie di oggetti di cui non è consentito il possesso e di 12 tipologie di oggetti in sovrappiù rispetto a quanto consentito dal regolamento

 

– l’agente di polizia penitenziaria sottoposto a misura cautelare è risultato altresì in contatto con familiari di altri detenuti affiliati a clan camorristi dell’area napoletana.

 

Dei provvedimenti emessi dal Gip, tre sono di custodia in carcere e saranno eseguiti nei confronti dell’ex deputato, allo stato già detenuto, e a causa di tali vicende, già trasferito nel carcere di Terni, di suo cognato e di un poliziotto penitenziario, mentre l’obbligo di dimora sarà notificato alla moglie di Nicola Cosentino.

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