La morte del piccolo Cristian, tre anni, deceduto lo scorso 28 dicembre dopo essere stato dimesso dall’ospedale Santobono di Napoli, ha sconvolto l’intera comunità di Ercolano. Nei giorni scorsi infatti la popolazione del comune vesuviano si è riversata per le strade con una fiaccolata per mostrare solidarietà e vicinanza alla famiglia dello sfortunato bambino, che risiede in provincia di Brescia ma si trovava in Campania per le vacanze di Natale. In prima fila c’era anche il sindaco Ciro Buonajuto.

E proprio il primo cittadino aveva lanciato un appello domenica scorsa: “Niente botti, Ercolano ha appena perso un bambino di soli tre anni”. Un appello rimasto però inascoltato con i tradizionali fuochi d’artificio a partire dalle prime ore del pomeriggio fino a tarda serata. Con conseguente polemica sui social, con qualcuno che sostiene che la città abbia voltato le spalle al piccolo e alla sua famiglia.

La famiglia Corso chiaramente non si dà pace, con il papà Nando, 38enne, ferroviere di base a Iseo nel Bresciano, che parla apertamente di negligenze dei sanitari: “Me l’hanno ammazzato, me l’hanno ammazzato”. Una famiglia stretta nel dolore che è rappresentata legalmente dall’avvocato Andrea Cuonzo. E amici e parenti hanno voluto mostrare ancora più intensamente la loro vicinanza. Dopo la fiaccolata di sabato infatti in queste ore sta prendendo corpo l’iniziativa volta ad aiutare i genitori del piccolo nelle spese legali, mediante la condivisione via WhatsApp dei dati di una Postepay attraverso cui è possibile contribuire.

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