Lo ha piegato letteralmente in due fino a quando non ha smesso di piangere: solo in quel momento si è reso conto di ciò che aveva fatto e ha chiamato i soccorsi. Robert Resendiz, 30 anni, è accusato di abusi su minori e omicidio dopo aver ridotto in fin di vita il figlio di sei mesi che è morto due giorni fa.

La tragedia è avvenuta martedì scorso quando Robert, frustrato perché non riusciva a consolare il figlio che piangeva disperatamente, ha scatenato la sua rabbia su di lui: prima lo ha riempito di morsi, poi lo ha piegato in due fino a quando il piccolo non ha perso conoscenza. In preda al panico ha chiamato i soccorritori che hanno eseguito un massaggio cardiaco sul bimbo che non respirava prima di portarlo in ospedale: i medici hanno riscontrato lesioni al fegato e al pancreas, oltre a lividi sulle cosce e un polso rotto. Dopo un ricovero in condizioni disperate, il bimbo è morto.

Robert ha ammesso di sentirsi frustrato e di aver piegato in due il figlio, aggiungendo di non essersi reso conto che gli stava infliggendo così tanto dolore fino a quando il piccolo non ha smesso di respirare. L’uomo è stato arrestato: si trova nella prigione della contea di Maricopa con una cauzione fissata a 250mila dollari. Per adesso su di lui pende un’accusa di abuso su un minore, ma potrebbe essere incriminato per omicidio.

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