Un gioco dal nome innocuo: Slime. Eppure potrebbe essere il killer silenzioso che ha tolto la vita a una bimba di 9 anni di Matera deceduta lo scorso 12 ottobre al Bambin Gesù di Roma. Secondo quanto emerge dalla prima perizia tossicologica nel sangue della piccola sarebbero state trovate elevate quantità della sostanza che spesso è contenuta in alcuni prodotti chimici tra cui la schiuma da barba.

 L’ipotesi della procura di Roma – ancora da verificare – è che la vittima possa aver ingerito una piccola dose di “alime” autoprodotto, il noto pongo gelatinoso molto in voga tra i ragazzini, che si può anche produrre in casa per gioco usando la schiuma da barba utilizzata dai papà. Al momento però è presto per giungere a conclusioni affrettate anche perché non vi sono prove della relazione tra i valori del sangue alterati e il decesso della bambina. Il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il pm Francesco Arcuri vanno avanti nelle indagini, ma per ora il fascicolo è senza indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo.

La bambina si era sentita male a Matera, in Basilicata lo scorso 5 ottobre. Era arrivata a Roma già in condizioni gravissime, con un grave danno cerebrale. E’ stata ricoverata per qualche giorno in terapia intensiva dove i medici hanno richiesto fra le altre cose un esame tossicologico. La risposta sulle motivazioni della morte della bambina potrebbero arrivare da una nuova consulenza medica disposta dalla procura di Roma qualche giorno fa. I risultati dovrebbero arrivare nel giro di 60 giorni.

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