Traditi ed abbandonati dalla giustizia. Sono i sentimenti attuali dei genitori di Rosa Di Domenico, la 15enne di Sant’Antimo scomparsa da fine maggio scorso e probabilmente rapita dal pakistano Alì Qasib. La ragazzina sarebbe stata sequestrata e ridotta in schiavitù sessuale dall’extracomunitario residente a Brescia.

Tanti gli appelli negli ultimi mesi ma sembrano poche le azioni concrete finora messe in campo. In tre mesi la Procura – come riporta Il Giornale – non solo non ha attivato alcuna attività investigativa sul caso ma addirittura ne ha chiesto l’archiviazione rubricandolo a semplice storiella criminale a carico di ignoti. Dopo le prime tre denunce il pm non avevano aperto un fascicolo perchè avrebbe ritenuto gli elementi insufficienti.

Poi il gip ha ordinato di riaprire immediatamente le indagini su Rosa Di Domenico e sull’inquietante personaggio che chissà come l’ha adescata sui social network, pare inizilamente con un profilo falso come ha raccontanto il padre della ragazzina al tavolo operativo organizzato al comune per provare a sensibilizzare anche la comunità islamica santantimese. Alì Qasib avrebbe – sempre secondo il genitore – contatti anche da queste parti. Qasib è un simpatizzante dell’Isis e ha espresso, in diverse chat, posizioni radicali sull’Islam e sul rapporto con le donne. Nella memoria dei cellulari, il papà di Rosa ha trovato immagini di lei col velo e foto a sfondo sessuale inviate sotto ricatto del pakistano.

Anche il sindaco di Sant’Antimo, Aurelio Russo, aveva provato a dare nuovo impulso alla ricerche. I genitori di Rosa hanno quindi deciso di indebitarsi per 10mila euro e offrirli a chi porterà informazioni utili. Il papà non lavoro più perche starebbe dedicando tutto il tempo ad indagini privati mentre la mamma rischia la depressione.

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