RAFFAELE CANTONE

Un contributo sul tema dell’abusivismo edilizio, ritornato con forza al centro del dibattito dopo il sisma di Ischia. Ma Raffaele Cantone vorrebbe darlo,  più che come Presidente dell’Autorità anticorruzione o come magistrato, “come abitante da sempre di un Comune del Napoletano, Giugliano”.

“Un paese con litorale marino lunghissimo, – scrive Cantone in una lettere inviata a La Repubblica – con una macchia mediterranea ed una pineta stupefacenti (almeno in passato); uno splendido lago vulcanico (il lago Patria) con sbocco diretto al mare; i resti di una villa romana con anfiteatro che la tradizione dice di essere stata di Scipione l’Africano, ingiustamente esiliato da Roma. Grandi opportunità, quindi, che purtroppo hanno prodotto molto poco sul piano economico e specialmente turistico mentre, al contrario, si è fortemente imposta l’immagine (solo in parte meritata) di un Comune ad altra densità camorristica, confermata anche dallo scioglimento dell’amministrazione, qualche anno fa, per infiltrazioni mafiose.”

“Il paese – prosegue il magistrato giuglianese – ha purtroppo avuto un enorme sviluppo urbanistico e demografico; ha triplicato gli abitanti in poco meno di trent’anni giungendo a quota centoventimila, più di molti capoluoghi di regione e di provincia, senza, però, adeguate infrastrutture e servizi. Questo sviluppo disordinato e sconsiderato è stato causato proprio dall’abusivismo edilizio, che si è manifestato con forme più variegate di quelle in questi giorni descritte; accanto alle tantissime case totalmente abusive (alcune costruite persino su terreni demaniali!) ce ne sono tante altre con concessioni irregolari, date per realizzare improbabili uffici e locali commerciali, o costruite con lottizzazioni abusive.”

Poi il riferimento all’inchiesta ‘Mattone selvaggio’: “Non molti anni fa, fra l’altro, una meritoria indagine della magistratura napoletana scoprì un’organizzazione criminale che, all’interno del comando dei vigili urbani “gestiva” (esautorando i tanti vigili onesti) di fatto l’abusivismo, consentendo il completamento di case a singoli cittadini e grosse speculazioni a rampanti imprenditori della camorra, con tanto di tariffario corruttivo: ogni tipo di pratica illecita aveva un prezzo.”

Per Cantone, a Giugliano, “come a Ischia, anche qui sono numerose le richieste di condono edilizio, persino del 1985, che devono essere esaminate mentre gli abbattimenti degli immobili abusivi si contano sulle dita di una mano ed hanno riguardato soprattutto qualche edificio simbolo, come uno tirato su all’ingresso del foro romano. E questo andazzo non è stato radicalmente invertito nemmeno dai pur volenterosi commissari nominati con lo scioglimento del municipio per mafia.”

“Ho descritto la situazione di Giugliano – conclude la sua lettera il presidente dell’Anac – perché so che non è purtroppo affatto peculiare ed anzi si ripresenta, in forme ovviamente diverse, in altri Comuni campani. Alcuni forse ricorderanno il caso, pochi anni orsono, di un Comune del Napoletano in cui venne “scoperto” un quartiere di palazzi tutti abusivi, cresciuti nella distrazione totale di tutti i controllori o quello, meno recente, di una cittadina completamente abusiva sul litorale domizio con costruzioni persino sulla spiagge.”

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