Giorno importante per il clan Mallardo, ben due udienze una per il cosiddetto “Gruppo Misto”, una per Peppe Dell’Aquila più la requisitoria del Pm Maria Cristina Ribera per Caffè Macchiato.

 

GRUPPO MISTO. Sono stati assolti. Dopo aver ricevuto pesanti condanne in primo grado la Corte d’Appello annulla tutto per i tre esponenti del cosiddetto gruppo misto. Gennaro Trambarulo, considerato il capo, Massimo Di Cicco e Pasquale Barbato non sono colpevoli secondo  i giudici.   Per l’accusa erano  parte integrante di quell’accordo di ferro stipulato con altri clan per le estorsioni lungo la fascia costiera. L’alleanza, stretta qualche anno fa per la gestione di parte del territorio, vedeva i Mallardo, i Licciardi e la fazione «Bidognetti» dei Casalesi insieme. Il gruppo metteva a disposizione l’uno dell’altro il personale per mettere in campo le estorsioni per lidi tra Giugliano e Castelvolturno.

 

UDIENZA DELL’AQUILA. Per Peppe o’ Ciuccio è stato rimandato tutto al 23 gennaio. C’è stato un difetto di notifica per gli imputati.

 

REQUISITORIA RIBERA.  Il Pm ha parlato per diverse ore. La Ribera non solo si è concentrata sul cosiddetto “sistema Mallardo” ma sull’importanza e la credibilità del primo pentito della cosca Giuliano Pirozzi. Da tempo qualcuno tenta di dimostrare la sua non credibilità. Ma non solo. In tanti lo danno completamente fuori dal clan. Il pm invece ha portato in aula ciò che ritiene prove quasi inconfutabili ovvero alcune parole che Feliciano avrebbe rivolto al pentito nell’agenzia Broker: “Se tu non eri di famiglia mi sarei offeso.  Tu stai in mezzo, sei un compagno mio. Io ti voglio bene”. Con queste frasi, secondo il Pm, Pirozzi può essere considerato di “diritto” un affiliato al clan e non un semplice conoscitore dei fatti. Ore però bisognerà capire se i giudici di “Caffè macchiato” lo ritengano affidabile o meno. La sentenza tra qualche settimana.

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