In tre anni il Tribunale non ha emesso la sentenza. Troppo il tempo trascorso tra l’arresto e le decisione del giudice. Così il Riesame ha deciso di scarcerare Luigi Cacciapuoti, Luigi Ciccarelli e Vittorio Maglione ritenuti boss e gregari del clan Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca.

Cacciapuoti, ritenuto il capo, passa quindi dal regime di carcere duro alla casa lavoro, Vittorio Maglione resta in cella perchè detenuto per altro procedimento. I giudici della sezione feriale hanno accolto la richiesta degli avvocati di revoca della misura cautelare.

Un colpo a sorpresa quindi per Cacciapuoti che era stato arrestato nel gennaio del 2013 nel corso di una indagine per fatti di camorra. Un filone nato dall’inchiesta sulla cosiddetta strage di Villaricca. Il processo però va avanti. Non si ferma di certo. A settembre una nuova udienza, ma gli imputati adesso hanno libertà di movimento.

“La mancata pronuncia della sentenza di primo grado entro il termine massimo di fase, previsto nel caso de quo della misura si tre anni – ritenuto insuperabile – debba per legge comportare la perdita di efficacia della misura cautelare custodiale a nulla rilevando le intervenute sospensioni dei termini pronunciate dal tribunale a causa del rinvio delle udienze dibattimentali intervenute su istanza della difesa, a prescindere da quelle determinate dall’adesione dei difensioni alla astensione di categoria”. Questo scrivono i giudici del riesame.

La direzione distrettuale antimafia aveva a poco riacceso i riflettori su Villaricca. Infatti pochi mesi fa erano stati attestati tre presunti estorsioni tra cui Walter Mallo e un nipote di Cacciapuoti, per aver provato ad imporre una tangente di 70 mila euro a un commerciante. Insomma il piccolo comune a nord di Napoli è diventato un terreno di conquista, ma con il presunto boss fuori dalla cella di sicurezza le cose potrebbero cambiare.

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