Alcuni partiti vogliono un assessorato, altri la presidenza del consiglio e, a quanto pare, non sono richieste illegittime. Anzi, sono pretese frutto di un accordo elettorale che sembra non sia  stato rispettato. Dopo un anno e mezzo di consiliatura il sindaco Gaudieri avrebbe dovuto apportare dei sostanziosi cambiamenti nell’apparato politico a suo sostegno. Avrebbe dovuto procedere ad un rimpasto di deleghe ed a un valzer di poltrone. Invece nulla di questo è accaduto nonostante gli input che da mesi la maggioranza lancia al primo cittadino.

 

I vari ballerini sono però stanchi. Maisto rivendica la poltrona alla presidenza, altri, firmatari di un documento durissimo, prendono invece le distanze. L’altro giorno infatti è arrivata la lettera di alcuni consiglieri, tra cui Mastrantuono (che sarebbe dovuto diventare assessore) nella quale si condanna l’operato del sindaco. Inoltre il gruppo si tira fuori da tutte le beghe interne. Anche Molino, componente della giunta Gaudieri, oggi fa un passo indietro e si dice lontano dal tritacarne nel quale è sprofondato Gaudieri.

 

Ma tra spallate, riunioni, incontri, crisi da corridoio, tutto continua inesorabilmente a restare  fermo. La vicenda sta appassionando anche la cittadinanza che segue con estremo interesse quanto sta accadendo nel palazzo comunale. Il punto è: perché Gaudieri nonostante il documento della maggioranza e oramai l’antica sfiducia a Cacciapuoti non prende nessuna decisione? Perché questo immobilismo?  La risposta nessuno riesce a darsela e nemmeno il nuovo gruppo di dissidenti formato da Mastrantuono, Molino, Cimmino e Di Marino riesce a comprendere cosa stia accadendo. Nel frattempo però marca le distanze e lascia Gaudieri sempre più solo.

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