Enrico Panini: “Vietata la produzione di mozzarella dop in provincia di Napoli? Si introduca subito Napoli nel disciplinare.  Si ai consorzi: solo l’enogastronomia ci traghetterà fuori dalla crisi”. Nino Daniele: “Napoli non può produrre tutto in loco ma ha il ruolo di centro per la valorizzazione dei prodotti campani”.

Così l’assessore alle attività produttive del comune di Napoli Panini e Nino Daniele assessore alla cultura del comune di Napoli ai microfoni di Radio Club 91 nel programmi “Sapori di Sera” con Roberto Esse in merito all’esclusione di Napoli e provincia dal disciplinare del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana. “Napoli è la scena fondamentale nella promozione delle filiere – dice Daniel –  Il disciplinare non riconosce la produzione di mozzarella a Napoli?  E’ una contraddizione non determinante. In questa città non si può produrre tutto, proprio per la sua conformazione, la sua storia e la sua tradizione. Per il suo ruolo turistico si presta invece a valorizzare quello che la Campania produce. Noi abbiamo un’idea di Napoli di un grande capoluogo della nostra regione quindi stiamo lavorando per superare qualsiasi antitesi. Sembra difficile che a Napoli si possa produrre la mozzarella di bufala per via delle caratteristiche del territorio urbano”.

Enrico Panini assessore alle attività produttive del comune di Napoli invece dichiara:  “Il limite del disciplinare va superato al più presto. Le aziende napoletane che producono mozzarella utilizzando latte di bufala devono rientrare nell’albo dei produttori previsto dal  consorzio di bufala campana. Nella crisi, inoltre, occorre associarsi, stare insieme per produrre sinergie, per essere più forti. Il cibo a Napoli è soprattutto emozione. ossia legato ad un patto etico tra i produttori e i consumatori, ad una serie di valori che sono quelli identitari della città e che definiscono come dentro al mercato ci si può identificare in modo anche più qualificato, rafforzando la città e il turismo e collocando i nostri prodotti nel mondo. Usciremo dalla crisi con lo sviluppo della ristorazione e il settore eno-gastronomico e con sgravi sull’occupazione di suoli e altri provvedimenti simili”.

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