Una parte dell’opposizione chiede la testa del vicesindaco Teresa Giaccio. Arriverà tra qualche giorno in aula infatti la mozione sottoscritta dal gruppo consiliare de L’Altra Marano, quella che impegna il primo cittadino Angelo Liccardo a revocare le deleghe (cimitero, sport, contenzioso e politiche sociali) al numero due dell’amministrazione comunale, già da tempo finita nel mirino di alcune forze di minoranza e, seppur non ufficialmente, di alcune frange della stessa maggioranza. Una mozione di sfiducia in piena regola che, se accolta dal civico consesso, potrebbe avere conseguenze nefaste per l’esecutivo.

I fatti. La Giaccio, che di professione fa l’avvocato, era stata accusata di essere in una “condizione di incompatibilità morale e deontologica”, poiché avrebbe difeso soggetti che hanno intentato procedimenti contro il Comune, ma soprattutto di aver riferito il “falso in Consiglio comunale, affermando di “non aver mai assunto patrocinio difensivo per ricorsi presentati presso il tribunale amministrativo regionale”. Da qui la richiesta di revoca di deleghe e incarico, che giunge tra l’altro in un momento particolarmente delicato per la vita dell’amministrazione guidata dal sindaco forzista Angelo Liccardo. La squadra di governo è infatti scossa dalle recenti esternazioni dell’assessore provinciale Antonio Di Guida, esponente di punta del partito di Berlusconi, che ha fortemente criticato le modalità di gestione (“troppe ingerenze extraterritoriali, scarsa collegialità nelle scelte”) del primo cittadino. A queste critiche, inattese e che hanno lasciato il segno, hanno fatto seguito le dimissioni di uno dei membri dello staff di Liccardo, l’ex consigliere del Pdl Michele Napolano, fedelissimo di Di Guida e già in passato in rotta di collisione con il giovane sindaco del centrodestra.

Strategie ed eventualità. Su queste divisioni interne e sulla possibilità di poter votare in aula con la modalità dello scrutinio segreto (la richiesta deve essere inoltrata da cinque consiglieri), l’ala che fa capo al leader de L’Altra Marano si gioca gran parte delle chance di successo dell’iniziativa. L’eventuale ricorso allo scrutinio segreto potrebbe, in pratica, favorire il gioco dei franchi tiratori e, quindi, creare qualche ulteriore grattacapo all’attuale maggioranza. L’iniziativa de L’Altra Marano, vista di buon occhio dagli ex Udc (non si sono ancora ufficialmente espressi Idv, Pd e indipendenti), è bollata dalla Giaccio e da altri esponenti della maggioranza come una manovra “oscura”, priva tra l’altro di qualsiasi fondamento. “L’attacco contro la mia persona è la prova lampante che Bertini, anziché occuparsi e preoccuparsi del bene della città, si è prostrato all’utilità di alcuni – aveva dichiarato nei giorni scorsi il vicesindaco di Marano – Non sono in alcun modo in una condizione di incompatibilità né giuridica, né morale, né deontologica nei confronti dell’ente comunale. Allo stato – aveva aggiunto Giaccio – non difendo alcun soggetto in procedimenti contro il Comune di Marano, né in sede civile né in sede penale, né in sede amministrativa. Se poi, nel passato, in veste di professionista, abbia potuto offrire ai miei assistiti ampia tutela e patrocinio, anche nell’ambito di una materia quale quella amministrativa, non devo dare conto a nessuno”.

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