Napoli. Torna l’incubo Campi Flegrei. Così come ricorda Metropolis, in un recente studio pubblicato a fine agosto dal professore Mauro Di Vito, dal titolo “Magma transfer at Campi Flegrei caldera (Italy) before the 1538 AD eruption (link: www.nature.com/articles/srep32245)”, i campi flegrei sono al centro dell’attenzione dei vulcanologi e degli studiosi.

Nel pezzo, pubblicato sulla nota rivista Scientific Reports di Nature, Di Vito, primo ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano, scrive che “prevedere le eruzioni, in particolare in vulcani ad alta pericolosità, è la sfida che la vulcanologia deve affrontare oggi”.

“Alcuni vulcani – prosegue il professore – mostrano un comportamento prevedibile e costante, unito ad una bassa pericolosità, altri mostrano una maggiore variabilità, con conseguente aumento della pericolosità se caratterizzati da grossi sistemi magmatici e ubicati in aree densamente popolate. È il caso della caldera dei Campi Flegrei, alla periferia occidentale di Napoli, comunemente considerata come il vulcano più pericoloso al mondo“.

Così come ricorda la Protezione Civile, nella zona rossa, cioè quello più a rischio in caso di eruzione, rientrano i seguenti comuni o quartieri del capoluogo: Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto e parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità di Napoli: per intero le municipalità 9 (quartieri Soccavo e Pianura); 10 (quartieri Bagnoli e Fuorigrotta) e alcune porzioni delle municipalità 1 (quartieri di San Ferdinando, Posillipo e Chiaia) 5 (quartieri di Arenella e Vomero) e 8 (quartiere di Chiaiano).

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