Prima i rifiuti radioattivi. Poi continueremo con i campionamenti. E’ questo l’ultimo diktat arrivato dall’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura. Niente più rilievi dunque nei terreni della Terra dei fuochi. Almeno per il momento. La priorità adesso è la ricerca dell’eventuale presenza di rifiuti radioattivi nelle province di Napoli e Caserta.

IMPIEGO DI DRONI E TECNICHE AVANZATE – Dopo una lettera inviata lo scorso 28 maggio, Arpac e asl, che avevano iniziato e concluso i rilievi per i siti di quarta categoria e stavano proseguendo con quelli di terza e quinta (i più pericolosi), sono state costrette a interrompere la loro attività. Lo stop dunque arriva perché prima di effettuare i prelievi di terreno, è necessario indagare a fondo con l’impiego di droni e di tecniche come la spettrometria e la magnetometria, che consente di individuare i punti in cui sono stati nascosti fusti tossici e radioattivi. L’incarico è stato affidato a un gruppo di esperti di Trento e Treviso che hanno a disposizione tecnologie all’avanguardia.

LA RABBIA DEI CONTADINI – Dunque punto e a capo. I controlli sui terreni, già stabiliti con i contadini proprietari dei suoli, non ripartiranno finché l’Agea non darà nuove disposizioni. E nel frattempo non si contano i danni economici di chi vive coltivando frutta e ortaggi in quelle zone. Ma perché si è deciso di intervenire solo oggi? Perché interrompere dei rilievi già avviati? E perché lo stato da un giorno all’altro si pone il dubbio della presenza di rifiuti radioattivi? Non si sa se c’entrino qualcosa le ultime dichiarazioni dei pentiti o sia semplicemente questo l’iter da seguire. Fatto sta che al momento il destino della terra dei fuochi è ancora in balia di decisioni in corso, cambi al vertice e rinvii.

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