Parlano a Il Mattino i giovani studenti. Tra loro Vito Capriello che dice: «Queste misure repressive escono fuori dall’ordinario – commenta – ci sono capi d’accusa pesantissimi e gravi. Inoltre stupisce la tempestività. Hanno notificato i provvedimenti il giorno prima del corteo di sabato. Un corteo con circa duemila persone nel quale abbiamo ribadito la volontà di non voler qui l’inceneritore, prevedere un controllo popolare sulle bonifiche e la sospensione definitiva della Tares».

 

Lo studente ripercorre poi i momenti salienti di quel 16 gennaio. «Era una manifestazione pacifica. Poi è successo quello che è successo. Io sono stato fermato mentre tornavo a casa dopo un’ora e mezza dalla manifestazione. Le altre persone invece sono state identificate nei giorni successivi, a casa e anche nei posti di lavoro». Le accuse che pendono sul suo capo sono diverse: «Io non ho l’obbligo di firma perché per me non di sono sufficienti indizi, però mi si accusa di cose molto gravi come violenza aggravata, danni al patrimonio. Ma quel giorno non è stato facile. La polizia ha anche spruzzato spray urticanti e poi i lacrimogeni alcuni dei quali sono finiti fuori la scuola media Basile provocando il caos. La città era militarizzata e non avevano opportunità di avvicinarci al Comune. È stato un crescendo di violenza».
A sostenere Vito alcuni ragazzi del collettivo 081 dell’Orientale: «Eravamo davanti al Comune con i compagni di Giugliano per impedire che si pagasse la tassa più alta d’Europa – ha raccontato Dario Franco – quella mattina c’era un forte dispiegamento di forze dell’ordine e hanno anche usato per la prima volta in Italia lo spray urticante. Poi la gente ha reagito e sono partite le cariche. I provvedimenti in realtà ci hanno molto sorpreso e subito abbiamo espresso solidarietà ai compagni raggiunti dall’ordinanza».

Da “il Mattino”

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