Benito Benedini, l’uomo che avrebbe corrotto l’ex sindaco di Giugliano per una lottizzazione abusiva in via Staffetta, è un uomo degli uomini più influenti dell’alta borghesia milanese.

L’intercettazione. Gli inquirenti sarebbero riusciti ad ascoltare un’intercettazione tra i due nell’hotel Vesuvio di Napoli in cui si parlava della speculazione edilizia e di un somma di 250mila euro espressamente definiti non rintracciabili. Il compito del primo cittadino sarebbe stato quello di seguire la procedura amministrativa e rimuovere eventuali ostacoli alla lottizzazione dell’area denominata “ex Terre di Ferlaino”, nella zona di via Staffetta a Lago Patria.

Il profilo di Benito Benedini. Chiamato il “Principe dell’inchiostro” per aver guidato le attività europee dell’Inmont come vice presidente. Presidente di Cabefin SpA e del cda del Sole 24 Ore (dall’aprile 2013). Già presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro (dal 2007 al 2013), di Federchimica (da giugno 1993 a giugno 1997) e di Assolombarda (da giugno 1997 a giugno 2001). 82 anni, Benedini è oggi uomo di fiducia del governatore lombardo Roberto Maroni: è balzato agli onori delle cronache per essere stato presidente del gruppo 24 ore  per tre anni nei quali ha lavorato gomito a gomito con l’ex amministratore delegato Donatella Treu e col direttore editoriale Roberto Napoletano.

L’iter di lottizzazione. Nonostante l’accordo realizzato ai piani alti tra Pianese e il Progetto Grano S.P.A., la società immobiliare di cui Benedini è presidente, l’iter di lottizzazione di via Staffetta a Giugliano si è arenato da alcuni anni per problemi riscontrati dall’attuale amministrazione nelle autorizzazioni relative alle immissioni fognarie (il collettore non avrebbe retto il carico di nuove unità abitative). La delibera che autorizzava la lottizzazione fu approvata dalla giunta giuglianese nel 2010, passò in consiglio provinciale (con allora Presidente Luigi Cesaro), rimbalzò sui banchi della giunta nel 2011 fino all’entrata in vigore con decreto sottoscritto dal primo cittadino. A bloccare la colata di cemento nelle “ex terre di Ferlaino”, che avrebbe portato alla realizzazione di 900 appartamenti per circa 3mila persone, lo stop imposto dall’amministrazione formatasi dopo lo scioglimento del Comune per inflitrazioni camorristiche.

L’ombra della camorra. Restano tanti gli interrogativi irrisolti dopo il sequestro preventivo disposto oggi dalla Procura di Napoli: quali erano gli interessi di un pezzo grosso come Benedini in questa lottizzazione? Cosa lega l’imprenditoria lombarda alla politica giuglianese? Cosa c’entra il clan Mallardo in questa faccenda? Domande alle quali la Procura cercherà di dare una risposta.

DECRETO DI GIOVANNI PIANESE SULLA LOTTIZZAZIONE DI VIA STAFETTA

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