Termina con condanna per quasi un secolo e mezzo di carcere complessivo uno dei tanti processi scaturiti dalle indagini sulla criminalità organizzata influente tra Secondigliano e l’hinterland settentrionale, tra Melito, Mugnano e Arzano, e sul business più redditizio della mala cittadina: il narcotraffico. La pena più severa – 14 anni – è stata decisa per Francesco Paolo Russo, Dario Amirante, Francesco Ferro, Francesco Bottino. Dodici anni a Francesco Tubelli, Emanuele De Stefano e Alfonso Riccio. Otto anni ad Agostino Di Lanno, Gennaro Vastarelli, Michele e Paolo Caiazzo, Egidio Pastella, Roberto Rosica

    . Le accuse: associazione a delinquere e finalizza ta al traffico di stupefacenti, esclusa à aggravante della finalità camorristica. Il processo nasceva da un filone di indagini sulla camorra degli scissionisti, e a margine delle attività investigative avviate più di un anno fa per far luce su un presunto caso di lupara bianca per la sparizione di Antonio Ruggiero, e sull’omicidio di Andrea Castello, fatto inginocchiare e ucciso in una strada di periferia a Casandrino, invia La vinaio, la stessa strada dove fu ritrovato a bordo di un’auto data alle fiamme il cadavere carbonizzato di Andrea Forte, uomo di Afragola.

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