Politica e camorra. Criminalità e appalti. Questo il connubio che ha generato una maxi inchiesta che coinvolge l’ospedale di Caserta, imprenditori e politica. Associazione a delinquere di tipo mafioso, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio, reati spesso aggravati dal fine mafioso, le accuse dei magistrati.

 

Dieci arrestati, 14 persone  ai domiciliari, ci sono anche un dirigente della sanità regionale, impiegati del suo ufficio tecnico. Al vaglio degli investigatori immagini e intercettazioni telefoniche.  Filmate le fasi della spartizione degli appalti, che andavano sempre a tre ditte. Nelle immagini anche un affiliato ai Zagaria, considerato il legame tra i due mondi.  Secondo il gip Taglialatela, nell’ospedale di Caserta ci sarebbe stato un duplice avvicendamento politico mafioso.

 

Al centro degli affari loschi  l’ufficio del dirigente dell’unità operativa complessa di ingegneria ospedaliera. Il cui dirigente del settore sarebbe stato addirittura nominato per volontà di Francesco Zagaria. In quella stanza si controllavano gli appalti, si truccavano i bandi di gara e altri atti amministrativi, per favorire gli imprenditori del clan. E al tavolo della spartizione – secondo i filmati – oltre a tecnici e dirigenti, c’era sempre un uomo del clan Zagaria, che controllava l’effettiva assegnazione degli appalti alle aziende amiche. Le gare sotto la lente di ingrandimento sono tre. Una è l’appalto per la tinteggiatura, 450mila euro, uno per la manutenzione immobili, 150mila euro, l’altro per  impianti elevatori 1.189.500 euro.

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp