All’origine dell’omicidio ci sarebbe il traffico di sostanze stupefacenti. È quanto sta emergendo dalle indagini sulla fine di Nicola Notturno, figlio del capoclan Raffaele, elemento di spicco degli scissionisti di Scampia, assassinato la notte tra domenica e lunedì in via Ghisleri.

Gli investigatori starebbero guardando in direzione della Vanella Grassi e degli Amato – Pagano. E, in queste ore, la pista più battuta si basa su un’ipotesi di movente molto articolata. Il 21enne, amante della bella vita e dei viaggi esotici, avrebbe avuto un ruolo in traffici illeciti e sarebbe entrato in contrasto con personaggi di altri clan per questioni di soldi.

Infatti movente dell’agguato sarebbe un debito non onorato. Le voci su cui stanno lavorando la Squadra Mobile e gli agenti del commissariato Scampia parlano di un milione e mezzo di euro che Nicola Notturno non avrebbe restituito. E, senza escludere le altre ipotesi come la vendetta e l’intimidazioni, le indagini si stanno muovendo soprattutto sull’ipotesi del contrasto singolo con esponenti di clan in guerra negli ultimi anni con gli Abete – Abbinate – Notturno – Aprea. Quindi le attenzioni degli inquirenti si stanno concentrando sulla Vanella e sugli Amato – Pagano.

Ma non si può escludere che la rottura sia avvenuta con cosche storiche come i Di Lauro e i Licciardi. Intanto gli investigatori stanno ricostruendo le ultime ore di vita di Nicola Notturno. Alle 18:30 di domenica si è allontanata da solo in auto e da quel momento nessuno tra familiari e amici ha avuto notizie di lui fino all’omicidio. Alle 3:15 è ricomparso nei pressi della sua abitazione dove ha trovato i killer ad attenderlo. Ha provato a scappare a l’hanno inseguito fin dentro la palazzina. Erano in due ed hanno sparato con pistole dello stesso calibro. Dieci proiettili che l’hanno centrato alla schiena e alle gambe, causandogli l’emorragia che gli è stata fatale. L’autopsia prevista tra oggi e domani potrà aggiungere poco alla ricostruzione dell’agguato.

 

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