Emergono nuovi raccapriccianti dettagli sulla vicenda della 13enne stuprata a Sant’Antimo da due giovani, un 21enne e un 19enne. I due, dopo aver abusato della piccola, affetta tra l’altro da una lieve disabilità mentale, pubblicavano le loro vanterie su Facebook.

Tra i tanti post, in particolare, ce n’è uno che ha lasciato di stucco gli investigatori mostrando il cinismo degli autori della violenza: “Brindiamo alla vergine stuprata”. Questo avrebbero scritto dopo una delle due violenze sessuali di cui si sono resi responsabili per “festeggiare” lo stupro. Un post che non è passato inosservato e che è servito alla Tenenza dei Carabinieri di Sant’Antimo, coordinati dalla Compagnia di Giugliano, a raccogliere elementi utili sulla colpevolezza degli arrestati.

Ad agire, però, erano in tre. Un terzo ragazzo, attualmente indagato a piede libero, avrebbe fatto da “palo” durante le violenze consumate in un appartamento disabitato e si sarebbe limitato ad assistere allo stupro di gruppo senza parteciparvi in prima persona. A dare l’avvio alle indagini la denuncia della mamma della vittima, insospettita dai cambiamenti d’umore e dai silenzi della figlia.

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