Marano. La doppia protesta di questi giorni sia dei 17 ex dipendenti della Falzarano, rimasti senza un impiego in seguito al passaggio di cantiere, che dei 90 lavoratori alle dipendenze della Ego Eco è solo la punta dell’iceberg di una situazione molto più vasta che al momento non prevedrebbe vie d’uscita. Insomma, la città rischia di essere sommersa fino al collo dai rifiuti urbani e i dipendenti di restare senza stipendio.

La ditta di Cassino, nelle condizioni precarie in cui versa, non sarebbe in grado di pagare i salari, nel contempo il Comune non può sopperire a questa mancanza, poiché, con il concordato preventivo (che generalmente è l’anticamera del fallimento) chiesto dalla Ego Eco al tribunale di Cassino che l’ha accordato, correrebbe il rischio di incorrere nella revocatoria fallimentare e perché è stretto dalla posizione assunta dall’opposizione che lo diffida formalmente dall’effettuare pagamenti se non dopo aver verificato che siano state saldate le spettanze dei lavoratori e a non anticipare soldi alla ditta, prima della scadenza contrattuale, cioè prima dei 60 giorni dalla data della fattura (come è stato già fatto nel mese di febbraio scorso), per evitare che eventuali incassi possano essere dirottati, prima che vengano pagati stipendi e contributi ai lavoratori (cosa già successo con la Falzarano, la ditta che per diversi anni ha gestito il ciclo dei rifiuti in città). Ne scaturirebbero evidenti danni patrimoniali che, ovviamente, non potranno non essere imputati a chi li ha prodotti con decisioni quanto meno avventate. Come si esce da questo labirinto di sofferenza?

“Ci vorrebbe un’amministrazione con gli attributi – afferma il consigliere di minoranza Bertini – in grado di prendere decisioni coraggiose, poiché la città non può restare sommersa dalla spazzatura, i dipendenti senza stipendi e il Comune stretto in un vicolo senza sbocco”.

Di Domenico Rosiello

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