Sembra uscito da un mondo parallelo questo Lorenzo Insigne, come un Piccolo Diavolo che liberatosi del corpo del proprio passato ascende a vita terrena. Questo diavolo Insigne ricorda un po’ un bambino: è curioso e non ha idea di come funzioni la società dei viventi. Non è cattivo, semmai un po’ narcisista. Lorenzo stravolge completamente la vita del povero Maurizio, che in questo caso è Sarri ma che nel film di Benigni, casualità vuole, che il prete esorcista si chiami proprio come l’attuale tecnico del Napoli.

 

Due perle hanno relegato il Diavolo rossonero all’Inferno, la prima su suggerimento di Higuain per un connubio che ormai imbarazza ogni difesa avversaria, la seconda è invece una magia superata solo dal capolavoro di due anni fa col Borussia Dortmund. Insigne è indemoniato, svaria per tutto il campo con una facilità disarmante e la cosa che più impressiona è la qualità dei suoi tiri. Ammettetelo: negli anni passati sembrava tirasse sempre, ora sembra non tiri mai. La statistica dice il contrario, la statistica dice che la quantità dei tiri di Insigne è quasi triplicata rispetto alla stagione passata, il che fa capire a tifosi e addetti ai lavori che a farla da padrone sono i risultati e non le impressioni.

Il Piccolo Diavolo Insigne, innamorato come Benigni di una splendida signora, che in questo caso si chiama Napoli, sta conquistando tutti, tifosi e nazionale compresi.

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