Una vera e propria “stanza degli orrori”. Bastava uno screzio o una parola di troppo tra detenuti e guardie carcerarie per finirci dentro. La “cella zero” di Poggioreale era, secondo l’accusa, il luogo dei pestaggi ai danni dei carcerati. Ed è con questa ipotesi che è stato chiesto il rinvio a giudizio per 12 agenti penitenziari.

Cinque i casi ritenuti dagli inquirenti riscontrati dalle dichiarazioni incrociate delle vittime, mentre per altri episodi relativi a presunti abusi di potere è stata chiesta l’archiviazione. I reati contestati a vario titolo vanno dal sequestro di persona (due i casi contestati), all’abuso di potere nei confronti di persone detenute, lesioni e maltrattamenti. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2013 e 2014. La vicenda venne alla luce in seguito a un esposto del Garante per i diritti dei detenuti.

I pestaggi sarebbero avvenuti sia nella «cella zero» (a pianterreno del penitenziario, così definita perché priva di numerazione) sia in altri locali del carcere: nei capi di imputazione si contestano violenze esercitate nei confronti di cinque reclusi – indicati come parti offese – con schiaffi, pugni, e in un caso colpi alla testa inferti con un mazzo di chiavi. Per gli inquirenti gli episodi sarebbero stati originati da contrasti, anche per motivi futili, che si verificavano tra singoli detenuti e guardie carcerarie. Per otto agenti indagati, a carico dei quali non sono stati rinvenuti riscontri alle accuse, la procura ha chiesto l’archiviazione.

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