Gli elementi raccolti dagli investigatori della Squadra Mobile di Napoli e dagli uomini del commissariato di Giugliano diretti da Pasquale Trocino portano tutti ad un’ipotesi: Paparella due giorni fa è stato sparato in testa. Gli occhiali sporchi di sangue trovati per strada, un cappellino con un foro di proiettile e alcune tracce di materiale celebrale non dovrebbero dar adito ad altre tesi. A meno che ad avere il colpo in testa potrebbe essere stato un suo “accompagnatore”. 

L’altra questione è proprio chi c’era in macchina con il Di Biase. Un uomo della mala del suo livello non si sarebbe mai allontano da solo da Giugliano. Paparella aveva 57 anni: non era un novellino ed anzi era tenuto molto in cosiderazione in certi ambienti, tanto da arrivare a ricoprire ruoli di primo piano nell’organizzazione criminale secondo i pentiti. 

Ma perché la Fiat Panda di Paparella è stata trovata proprio nel Vasto? Perché il corpo non è stato rinvenuto? Via D’avalos è una strada secondaria del quartiere tra via Arenaccia e Corso Malta, alle spalle di Piazza Nazionale.  

 Domande a cui cercano di rispondere le Forze dell’Ordine. Una ipotesi potrebbe essere quella dell’agguato con l’uomo dei Mallardo fatto fuori proprio dai Mallardo per mezzo o con l’aiuto dei Contini. Forse c’erano stati screzi nel clan e forse il De Biase “meritava una lezione”. Tesi che però stride con la “filosofia” sia dei Mallardo che dei Contini sempre più pronti alla diplomazia di matrimoni e summit che a sparare. 

Ma che senso ha sparare più colpi contro una macchina e poi far sparire i corpi? 

Un fatto comunque nuovo per Giugliano e per il clan Mallardo che a detta della Procura resta il più organizzato e potente della regione. 

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