Paolo Di Lauro è stato un boss a cui non piaceva molto apparire in pubblico, a differenza di altri suoi colleghi. La sua riservatezza gli ha permesso di creare un impero tra Scampia e Secondigliano, poi caduto sotto i colpi degli scissionisti e della giustizia. Negli ultimi giorni si è ritornato a parlare della sua figura (63 anni, in carcere dal 2005) con l’intervista nel programma di Roberto Saviano – Kings of Crime su Canale 9 – anche attraverso il racconto del suo ex fedelissimo (poi collaboratore di giustizia) Maurizio Prestieri.

Padre di 10 figli (di cui uno morto in un incidente stradale) ed un lungo matrimonio, Ciruzzo ‘o Milionario (soprannome che gli sarebbe stato dato dal boss di Forcella Luigi Giuliano durante una giocata di poker) per anni è stato uno dei criminali più potenti al Mondo e si è concesso qualche divertimento soprattutto durante la latitanza, dal 2002 al 2005.

A raccontarlo è stato qualche anno fa lo stesso Prestieri. “Quando lo cercavano in mezzo mondo, lui faceva la latitanza a Castel dell’Ovo. Si proprio al centro di Napoli. Lo cercavano dappertutto, mentre lui era a Napoli in uno yacht nostro. Faceva la latitanza a mare. Ma poi anche in Grecia e Russia le famiglie mafiose l’hanno protetto. Ma io capii che voleva uscire dai tuguri, smettere di vivere come un monaco tutto figli e cocaina. E allora lo portai con me in Slovenia. E qui Ciruzzo cambia: si innamora di una ragazza russa bellissima. E per lei fa cose assurde, la segue in Russia, e quando lei sparisce e va a Ginevra, mentre tutte le polizie del mondo lo ricercano Paolo Di Lauro rischia l’arresto e la raggiunge col treno, la cerca tra le vie dove vivevano le russe della zona, fa la posta sotto casa come un adolescente innamorato disposto a tutto pur di riprendersi la sua fidanzata”.

“La Slovenia è per noi il paradiso. Tutto quello che vorremmo fosse il mondo – continua Prestieri nell’intervista del 2011 pubblicata su Repubblica – lo trovavamo lì. Senza regole. Casinò, donne, amici di ogni parte del pianeta. E tutto puoi comprare e tutto puoi ottenere. Ci stavamo anche nove mesi. Io tornavo ogni quindici giorni a controllare gli affari dei Di Lauro mentre Ciruzzo se ne fotteva. Non tornava nemmeno per capodanno. I figli se li dimenticava. In Slovenia eravamo talmente sicuri che ci facevamo chiamare con i nostri nomi. Finalmente niente documenti falsi, niente di niente. Tanto lì le istituzioni sono comprate dalle varie mafie: i russi, i serbi, noi, i calabresi, i siciliani, i casalesi, i turchi. Tutti”.

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