Il 5 ottobre aveva accompagnato sua figlia di appena 13 anni all’ospedale di Piedimonte Matese per una visita ginecologica e, quando i suoi sospetti sono stati confermati, le è crollato il mondo addosso. A quel punto la bimba, incoraggiata dalla madre, ha denunciato il tutto agli ufficiali dei carabinieri della Compagnia di Piedimonte Matese e confessato che ad aver avuto quelle ‘attenzioni particolari’ nei suoi confronti era stato il papà 30enne di una sua amica che più volte l’aveva accompagnata a casa.

“Non credevo fosse una cosa sporca”, avrebbe raccontato in lacrime. E poi le carezze intime, le mani addosso: la piccola ha raccontato a modo suo qualcosa di cui non si è resa perfettamente conto. Ora l’inchiesta è nelle mani del procuratore aggiunto dell’ufficio inquirente di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro Milita. Nel frattempo, l’abitazione del 30enne è stata perquisita. Le violenze, si presume, siano avvenute in auto, quando l’uomo accompagnava a casa la minore dopo che la stessa aveva trascorso il pomeriggio con la figlia.

La sua confessione è essenziale: dovrà essere «congelata» in un incidente probatorio. Fase tecnica. Il primo passo è stato fatto, ma mancano dei tasselli, delle prove schiaccianti che inchiodano l’orco, nascosto sotto le sembianze del papà di un’amichetta. Sugli abiti della bambina non sarebbero state trovate tracce di liquido organico maschile, né tracce ematiche. Il racconto della vittima però è solido e ricostruisce una verità assordante.

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