Marano. La fine dell’anno si avvicina ed è ormai tempo di bilanci anche per l’amministrazione comunale guidata da Angelo Liccardo. Si appresta ad andare in archivio, tra qualche luce e molte ombre, un anno molto complicato per l’ente cittadino. Un 2013 all’insegna della spending review, avviata dall’ex commissario straordinario Tramonti, dell’insediamento della giunta Liccardo e dell’approvazione del bilancio previsionale del 2013, bocciato dai revisori dei conti ma difeso a denti stretti dall’assessore Paolo Longoni e dalla responsabile del settore economico-finanziario del Comune. Stasera andrà in scena l’ultimo appuntamento dell’anno, con un consiglio comunale in cui si discuterà essenzialmente di alcuni debiti (quattordici) fuori bilancio. Non ci sarà spazio, invece, per l’annunciata mozione di indirizzo, proposta pochi giorni fa dal capogruppo de L’Altra Marano, che avrebbe dovuto impegnare l’amministrazione cittadina a revocare le deleghe al vicesindaco Giaccio.

I primi mesi di gestione Liccardo, luci, ombre e i nodi da sciogliere.

Le luci: tre procedure, tre nomine che consegnano al Comune una macchina organizzativa più efficiente e (si spera) anche più trasparente rispetto al passato. Le nomine in questione riguardano il segretario generale Brunella Asfaldo (in luogo di Aldo Ferrara, da qualche tempo “sistematosi” in quel di Arzano), il neo dirigente dell’ufficio tecnico, Agostino Di Lorenzo, scelto tra una rosa di candidati non tutti “raccomandabili”. Infine la proroga concessa all’avvocato Saverio Griffo, arrivato al Comune durante la stagione commissariale e ormai attento conoscitore delle dinamiche della macchina comunale e delle vicende che attengono alla gestione dei beni confiscati. Tra le luci va annoverato il nuovo impulso dato ad alcuni progetti del Piu Europa (Santa Maria degli Angeli e asse commerciale) da tempo sotto la supervisione dell’assessore Gennaro Ruggiero. Di non grandissimo impatto, ma comunque meritevole di apprezzamento anche il piccolo taglio all’Irpef (0.5 per cento) e qualche iniziativa o progetto annunciato in campagna elettorale (wi-fi ed altro). Poi, infine, il reperimento di alcune risorse umane (area tecnica e area patrimonio e ambiente) per compensare l’uscita di scena di alcuni dipendenti comunali.

Le ombre: Il tempo perso per il progetto europeo di via Pepe (Piu Europa). Tra una mediazione e l’altra (il Comune ha tentato di addivenire a una soluzione non drastica, in qualche modo anche a tutela degli agricoltori che operano sul terreno oggetto del futuro intervento), non si è ottenuto l’effetto sperato: gli occupanti infatti hanno per ben due volte impugnato il provvedimento di sgombero (Tar e Consiglio di Stato), facendo allungare di non poco i tempi e ponendo l’ente in una condizione di oggettiva difficoltà, visto la stringente necessità – imposte dalle normative regionali – di avviare e portare a compimento l’opera, pena la perdita di un importante finanziamento. Il gran rifiuto di Stefano Guarino, vincitore del concorso per l’area vigilanza e comandante in pectore del comando dei vigili. Un no che ha costretto l’amministrazione a rivedere i suoi piani e che spingerà, con ogni probabilità, a ripiegare su una risorsa interna. E ancora: l’incapacità di riuscire a mediare con il collegio dei revisori dei conti, i ritardi nella pubblicazione della graduatoria per i contributi fitti, le querelle, troppe, sul fronte della refezione scolastica, l’incapacità, manifesta, di un paio di assessori.

I nodi da sciogliere nell’immediato futuro: la raccolta differenziata e più in generale quelli di un servizio (prelievo rifiuti e spazzamento arterie) che in troppe occasioni ha risentito e risente dei “malumori” degli operatori ecologici o delle inefficienze della ditta. Viabilità, settore da troppo tempo gestito da funzionari del Comune “prestati” al servizio; la vicenda delle case popolari, da troppi anni occupate da chi non ne ha più diritto; dell’abusivismo commerciale (sono tutti o quasi fuorilegge i gestori di chioschi installati sulla pubblica via); la grana Marone, l’avvocato che reclama il pagamento di vecchie spettanze; la procedura per l’alienazione (ancora fermo al palo) di alcuni immobili popolari finiti a suo tempo nel piano di risanamento del Comune; la delocalizzazione del mercato pannino e la riqualificazione di quello ortofrutticolo, non più rinviabile. Infine l’area Pip. Si parte sul serio o si tira a campare?

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