Sono ormai trascorsi più di quattro mesi da quando il cuore di Salvatore Giordano ha smesso di battere. Oggi il ragazzino, ferito mortalmente dal crollo di un calcinaccio all’altezza della galleria Umberto di Napoli, avrebbe compiuto 14 anni. La famiglia Giordano, papà Umberto e mamma Margherita, e gli amici che erano con lui nel giorno del tragico incidente si ritroveranno nella chiesa san Ludovico D’angiò di via Piave, dove alle 18,30 don Ciro Russo officerà una messa in suo ricordo.

 

Sarà un’occasione nuova per tenere vivo il ricordo di Salvatore, il ragazzo dal ciuffo ribelle e dall’animo nobile, che con la sua prontezza di riflessi ha forse evitato che la tragedia assumesse contorni ancor più drammatici. Quattro mesi di tempo non hanno di certo lenito il dolore, lo strazio dei genitori e di tutti quelli che gli volevano bene, Salvatore è ricordato da tutti come un ragazzo speciale. “Aveva una maturità non comune per i suoi anni – raccontano gli amici e i familiari – Un animo dolce e sensibile. Era legatissimo ai suoi genitori, al fratello e alla sorella”.

 

Un attaccamento particolare che emerge anche dal ritrovamento di una lettera, scritta da Salvatore pochi giorni prima dell’incidente. “Se cammino a testa alta in questo mondo, se mi rialzo e vado avanti, se vado avanti e riesco a medicarmi, è soprattutto per merito vostro. Papà, ti stimo tanto. Da grande voglio essere come te”. E ancora: “Mamma, sei bella truccata e anche struccata. Mi sa che non hai bellezza, è la bellezza che ha te”. Poi le parole, quelle che oggi suonano come una sorta di testamento emotivo: “Io vi voglio troppo bene, ricordatevelo sempre”.

 

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