L’intesa per il rimpasto è ancora lontana. Tutto in alto mare, nonostante i colloqui, i vertici, le discussioni tra i gruppi consiliari e il sindaco Angelo Liccardo. La partita dovrebbe chiudersi prima del voto sul bilancio (entro il 20 ottobre) ma ad oggi, a quanto pare, le posizioni, alcune posizioni restano distanti. Ncd e il gruppo dei diguidiani possono far leva su un documento, secondo il quale il varo della nuova giunta dovrà avvenire prima del voto sul previsionale. Ma il sindaco starebbe ancora nicchiando, poiché non pienamente convinto dalle proposte formulate dai partiti o dai singoli consiglieri.

 

Ncd, forte dell’imminente acquisizione (si attende solo l’ufficialità) di Saverio Santoro, ha già messo sul tavolo le proprie carte: vicesindaco o due assessorati. Lo stesso Santoro, in una delle ultime sedute del civico consesso, ha –  più o meno esplicitamente – fatto capire quale atteggiamento adotterà se non otterrà quanto richiesto: poter indicare un assessore, pescandolo dalla lista in cui è stato eletto, ovvero Marano al centro. Quel “posso diventare anche un consigliere scomodo”, annunciato alla sua prima apparizione in aula consiliare, lascia infatti ben poco spazio alle interpretazioni. Se così dovesse essere, cioè se il sindaco dovesse avallare questa richiesta, il prescelto potrebbe essere una donna (forse Palma Di Maro, forse qualcun’altra). In questo modo il primo cittadino potrebbe risolvere la spinosa problematica relativa alla quota rosa in giunta, ma anche, allo stesso tempo, incartarsi, scontentare altri nel tentativo di incastrare deleghe e ruoli.

 

La partita, tuttavia, è quasi del tutto nelle mani dei tre consiglieri che fanno capo ad Antonio Di Guida: Dino Pellecchia, Angela Di Guida e Salvatore De Stefano.  Saranno loro, in pratica, a decidere della sorte dell’amministrazione Liccardo. Al primo cittadino hanno fatto la loro richiesta, la stessa già avanzata nei mesi scorsi e finora sempre snobbata: il loro riferimento in giunta dovrà essere il consigliere De Stefano e con delega alle Politiche sociali. Una richiesta che, dal punto di vista strettamente politico e visti gli attuali componenti dell’esecutivo, appare più che legittima ma che – secondo i rumors di palazzo – appare poco gradita al sindaco e ad alcuni membri del suo entourage.

 

I nodi, le difficoltà ruotano quasi tutte attorno al vecchio problema di sempre: la futura collocazione del vicesindaco Giaccio, detentrice di deleghe pesanti tra cui quella alle Politiche sociali. Resterà in sella? Liccardo se ne priverà o difenderà il suo vice a spada tratta, anche a costo di ulteriori tribolazioni? La Giaccio perderà soltanto qualche delega e se sì quali tra quelle più ambite?

 

Pressato dalle richieste (non solo quelle per la giunta, visto che qualcuno sta spingendo affinché si avalli, prima del bilancio, un contratto di collaborazione che ha già sollevato dubbi e polemiche), Liccardo prende tempo, si guarda intorno, sonda gli umori dei due consiglieri di opposizione più “ballerini e meno affidabili, strizza l’occhio a destra e manca, chiama a raccolta i fedelissimi, nella speranza che il tempo giochi a suo favore e che si ammorbidiscano le posizioni dei consiglieri di maggioranza.

 

Se non dovesse accadere, l'”Angelo di Marano”, a cui non manca l’astuzia politica, si giocherà le ultime due carte, così riassumibili: o come dico io o tutti casa, oppure giunta composta da soli tecnici e niente spazio alle indicazioni dei gruppi consiliari. A giorni capiremo chi, tra tutti i personaggi citati, fa realmente sul serio e chi invece sta bluffando.

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