Quale futuro per l’ufficio tecnico comunale e chi sarà l’uomo chiamato a gestirlo e coordinarlo per i prossimi anni? Con l’approssimarsi della scadenza del contratto (manca poco più di un mese) di Agostino Di Lorenzo, attuale dirigente del settore arrivato a Marano dopo l’esperienza da presidente dell’ente parco delle colline di Napoli, si pone la domanda sul futuro del comparto più discusso e chiacchierato dell’ente cittadino.

L’amministrazione comunale, che l’anno scorso aveva fortemente puntato su Di Lorenzo, non potrà rinnovargli l’incarico poiché l’ente, avendo nel proprio organico un altro dirigente a tempo determinato (Cappuccio), per legge potrà optare soltanto per due soluzioni. Verosimilmente si partirà con un avviso pubblico per la mobilità volontaria (per titoli e colloquio) e, successivamente, in caso di nulla di fatto, con un vero e proprio concorso. In entrambi casi si tratterà di procedure per l’assunzione di un dirigente con contratto a tempo indeterminato.

Le voci di dentro al palazzo comunale riferiscono di un certo malcontento nei confronti dell’attuale dirigente, urbanista di buona fama, chiamato a Marano per risolvere la grana Pip, per gettare le basi sull’agognato Piano urbanistico comunale, ma che ha poi ha dovuto fare i conti e si è dovuto scontrare con le vicissitudini giornaliere, anche quelle relative a settori – come l’ambiente e il patrimonio – poco forniti sotto il profilo della dotazione organica e che forse mal si conciliano con il suo background professionale. Fatto sta che oggi sono in tanti (soprattutto alcuni esponenti del centrodestra) ad auspicare in un cambio alla guida del comparto tecnico. Il mantra che circola ormai da settimane è più o meno il seguente: “Per una città come Marano occorre una persona più pratica, più decisionista e meno legata alla teoria”.

Questo clima di incertezza e in parte di sfiducia è stato colto dallo stesso Di Lorenzo, che pure sembra o sembrava intenzionato a partecipare al concorso per dirigente a tempo indeterminato. Cosa accadrà nelle prossime settimane? Si spera che le procedure vengano espletate in tempi celeri e che non si debba ricorrere (ma non sarà facile) alla consueta prassi che prevede, almeno per qualche mese, l’assegnazione ad un altro dirigente o al segretario generale delle deleghe ad interim relative al comparto oggetto delle procedure.

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