Scocca l’ora della tregua tra il Pd e l’ex sindaco Mauro Bertini? Tra un’espulsione dall’aula consiliare (il presidente del Consiglio Di Guida ha invitato i vigili urbani ad accompagnare il leader de L’Altra Marano all’esterno dell’aula), un litigio sopra le righe tra due consiglieri (poi ricomposto nel post Consiglio), un tentativo di mediazione e l’approvazione dei regolamenti e delle aliquote di Tari, Tasi e Imu, discussi e votati dalla sola maggioranza (l’opposizione era già uscita dall’aula in segno di protesta), la vera notizia della serata di ieri è la solidarietà espressa dai democratici di Marano al “nemico” di sempre.

Solidarietà manifestata attraverso un comunicato stampa redatto nei minuti successivi alla bagarre verificatasi in Consiglio. “Quello che si è verificato questa sera in Consiglio comunale è un ennesimo esempio di analfabetismo democratico della maggioranza che regge le sorti della città di Marano – spiegano gli esponenti della segreteria e del gruppo consiliare del Pd – Malgrado la distanza politica che ci separa, siamo assolutamente solidali con Mauro Bertini, impedito nell’esercizio delle proprie prerogative di consigliere di opposizione e costretto ad uscire dall’aula da una presidente del Consiglio oltremodo nervosa, che già in precedenza aveva ritenuto di interrompere sbrigativamente l’intervento del consigliere Coppola del Pd. Noi giudichiamo inaccettabile che le tensioni interne alla maggioranza derivanti dal possibile rimpasto, e i nervosismi legati alle spartizioni dei posti in giunta si ripercuotano sulla possibilità della minoranza di esprimersi in consiglio comunale, e riteniamo necessaria un’iniziativa congiunta delle forze di opposizione per difendere il principio democratico e far valere il contributo delle minoranze al bene comune e alla tutela degli interessi della città”.
Parole chiare, nette che potrebbero rilanciare il dialogo (auspicato più o meno da tutti nel centrosinistra) tra le due maggiori forze all’opposizione, che da anni si fanno la guerra e che, senza una reale tregua e un piano di battaglia (almeno su qualche argomento chiave per la vita amministrativa) condiviso, difficilmente riusciranno a scalzare un sindaco, Angelo Liccardo, che ha ormai da tempo capito che nessuno, nella sua maggioranza, è realmente interessato a mettergli i bastoni tra le ruote né tanto meno mandarlo a casa e che sa perfettamente che proprio nelle fila della minoranza sono almeno due i consiglieri pronti a dargli sostegno e che non si dannano più di tanto per fare una vera opposizione.

Saranno dunque capaci, Bertini e il gruppo dirigente del Pd, di mettere da parte (per il bene dell’opposizione e anche degli elettori che non si sentono rappresentati dalla giunta Liccardo) i vecchi rancori? Saranno capaci, al di là degli “scazzi” e delle idiosincrasie personali e politiche, di ragionare con un minimo di civiltà e razionalità, senza pensare ad alleanze organiche certo, ma a sottoscrivere quanto meno un patto di non belligeranza? La svolta, dopo il primo passo del Pd, potrebbe essere sancita nei prossimi giorni, quando (questo è trapelato dopo il Consiglio ed è la vera notizia della giornata) le parti si incontreranno per mettere a punto un’iniziativa di grande impatto tesa a stigmatizzare l’operato del presidente del Consiglio.

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