Marano. Ha destato scalpore l’assenza in Consiglio di Francesco Migliaccio, il consigliere comunale trasmigrato, insieme a Michele Palladino, dai banchi della minoranza a quelli della maggioranza, salvando numericamente il sindaco Liccardo. Ieri, in Consiglio comunale, mancavano tutti e due. Mentre l’assenza di Palladino era data quasi per scontata, quella di Migliaccio no. L’abbiamo contattato per capire se anche lui, come ha fatto Palladino, abbia pensato di tirarsi indietro all’ultimo momento.

“Assolutamente no – esordisce Migliaccio, mettendo a tacere tutte le polemiche nate in seguito alla sua assenza in Consiglio comunale – Non mi sono affatto tirato indietro. Nella giornata di ieri non potevo assolutamente assentarmi dal lavoro (Migliaccio è strumentista presso il Nuovo Policlinico: lavora in camera operatoria, ndr). Comunque sarò con Liccardo fino all’ultimo giorno di questa consiliatura”.

Non si è mai pentito del suo passaggio dalla minoranza alla maggioranza?

“E’ di cosa dovrei pentirmi. E’ stata una scelta consapevole, fatta esclusivamente per il bene della città. Non ho terreni da lottizzare, né tantomeno mi è stato promesso qualche posto di lavoro: il mio impegno è rivolto esclusivamente alla cittadinanza. Pensavo che governare, seppur con una maggioranza ristretta, avrebbe in ogni caso portato benefici al paese. Ma la mia scelta è stata dettata anche dal fatto che alternative migliori a quest’amministrazione non ne vedevo. Non è che dall’altra parte ci siano personaggi di spessore che avrebbero potuto cambiare il destino di una città complessa come Marano”.

Di benefici, invece, la città ne ha avuto pochi, quasi zero …

“Quando il giocattolo si rompe è difficile poi aggiustarlo”.

Adesso, volendo usare una metafora calcistica, appenderà le scarpette al chiodo o pensa di ricandidarsi?

“E’ prematuro parlarne”.

 

Di Mimmo Rosiello

 

 

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