Fine dell’occupazione al liceo Segrè tra polemiche e qualche inutile quanto dannosa strumentalizzazione. E’ di ieri l’intervento del dirigente scolastico dell’istituto di via Arafat, che ricostruisce le fasi del pre e post occupazione. Una lettera aperta indirizzata ai genitori e ai ragazzi con la quale si tenta di far chiarezza sulla vicenda e mettere, nel contempo, a tacere coloro che, senza entrare nel merito della vicenda, si erano avventurati in giudizi e commenti quanto meno affrettati.

La lettera aperta.  “La scelta di occupare la scuola contrappone gli studenti tra loro – scrive il dirigente scolastico – contrappone gli studenti ai docenti, affossa i principi della democrazia che assicura alla maggioranza di dissociarsi dalla minoranza. E’ una logica distorta e inaccettabile. Coloro che occupano una scuola incorrono nell’illecito di occupazione di luogo pubblico; coloro che ne bloccano l’accesso con catene e ostacoli di vario genere all’ingresso, impediscono ad altri l’esercizio della propria volontà, cioè della propria libertà”. E ancora: “Di fatto le azioni di mediazione perseguite fino alle 15,30 di martedì scorso, a conclusione di una serie di incontri partecipati, si sono infrante nell’incapacità di alcuni studenti di gestire il confronto costruttivo, mantenendo gli impegni presi e affrontando il collegio dei docenti da persone responsabili”.
I danni. Infine: “Non so quale sia il personale bilancio degli occupanti. Questo, invece, il bilancio della scuola: mancata partecipazione degli studenti alle olimpiadi di matematica, recupero dei giorni di lezione nei giorni a suo tempo deliberati; 10 mila euro al giorno come costo per lo Stato per le ore non lavorate dal personale; sistemazione portone d’ingresso, serratura, sostituzione vetri infranti; disinfestazione locali; sostituzione maniglione anti-panico; sostituzione serratura del cancello; porte sfondate; verifiche estintori; banchi rotti; verifica centralini e telefoni, tutti smontati”.
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