Ispettori ministeriali in città per la vicenda dei vecchi registri e documenti che marciscono nei locali del Comune. La visita dei funzionari del ministero dei Beni Culturali, prevista per oggi e annunciata con una missiva al primo cittadino Angelo Liccardo, segue di qualche settimana l’inchiesta pubblicata dalla pagine del Mattino e le pagine dedicate dal nostro portale. La commissione si recherà in mattinata nei locali dell’ex istituto religioso di Santa Maria delle Grazie, dove da oltre un anno hanno sede gli uffici anagrafe, ambiente, sport, spettacolo e patrimonio dell’ente cittadino. Non si esclude, tuttavia, anche un loro sopralluogo nei locali comunali di via Piave, dove da molti anni sono ammassati alla meno peggio centinaia di faldoni, alcuni dei quali risalenti agli anni del dopoguerra. In quelle pagine è conservata infatti la storia politico-istituzionale di Marano, la cui cura dovrebbe essere affidata a un archivista (figura professionale sprovvista all’Ente) o a un pool di esperti. Registri, atti e documenti sistemati senza alcun criterio e che ora rischiano di marcire a causa dell’umidità e delle infiltrazioni piovane. Nell’ex istituto religioso di via XXIV Maggio, da qualche anno di proprietà del Comune, i faldoni furono trasportati durante le operazioni di trasloco degli uffici. Un provvedimento disposto oltre un anno fa dall’ex commissario straordinario, il prefetto Gabriella Tramonti, e resosi necessario per dare un taglio alle spese e ai fitti passivi dell’Ente. No va meglio nemmeno per i documenti conservati al terzo piano del palazzo municipale. In questo caso si tratta di pratiche di condono edilizio e atti amministrativi, perlopiù riferiti agli anni Settanta e Ottanta, potenzialmente consultabili da chiunque e sempre in spregio alle più elementari norme sulla riservatezza dei dati personali. Intanto, in attesa dell’arrivo dei funzionari del Ministero, pochi giorni fa un gruppo di operai del Comune si è recato nei locali di via XXIV Maggio per prelevare alcuni registri e libri che erano ammassati in un angusto sgabuzzino. Non si sa se i faldoni siano stati trasportati in altri depositi comunali.

 

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