Bollette dell’acqua che non vengono emesse da oltre tre anni, record di evasori, diverse centinaia di famiglie allacciate sulla conduttura idrica comunale: si riscontrano oggi gli stessi problemi che l’ex consigliere comunale Alberto Amitrano (che qualcuno definì scherzosamente il Maigret delle tasse) lanciò ad inizio 2012, quando si dimise da consulente gratuito, dopo appena quattro mesi dalla nomina che gli fu conferita dall’ex sindaco Mario Cavallo. Amitrano, in collaborazione con l’ufficio acquedotto, acquisì i dati degli ultimi anni della gestione Teleservizi/Pubbliservizi (la ditta che dal 2005 al 2012 ha gestito il servizio di riscossione ordinaria e coattiva di tasse e alcuni tributi comunali) e, l’11 ottobre 2011, presentò al sindaco e alla giunta dell’epoca il risultato del suo lavoro. I punti salienti della sua analisi, molti dei quali rimasti identici, come ci ha riferito lui stesso : a) nel 2011 il Comune acquista oltre 8milioni di metri cubi d’acqua, mentre la Teleservizi (nel frattempo diventata Publiservizi) ne fattura, ai cittadini, solo 3milioni di metri cubi, pari al 36% dell’acqua acquistata. b) A settembre 2011, le famiglie anagrafate a Marano sono 19.967, ma nella banca dati della Publiservizi, sono solo 12.612. Anche considerando che quasi duemila famiglie non sono servite dall’acquedotto di Marano ma da Napoli (zona via Marano-Pianura) e un migliaio sono raggruppate in condominio, almeno cinquemila famiglie non ricevono la bolletta dell’acqua. c) Nel periodo 2015-2011, la Teleservizi ha emesso quattro fatturazioni per gli anni 2004/2205, 2006/2007, 2008/2009, 2010/2011, che si sono caratterizzate per errori (migliaia di fatture con importi bassissimi e tante con importi inverosimili), omissioni e doppie fatturazioni, penalizzando fortemente le casse del Comune e costringendo i cittadini a continue proteste presso gli uffici Teleservizi.

  1. d) I consumi del 2011 sono stati fatturati in modo presunto, perché, stranamente, la ditta non ha effettuato le letture.
  2. e) Per il solo biennio 2010/2011, per l’approvvigionamento dell’acqua, per i costi del personale comunale e l’aggio alla ditta, per il pagamento delle acque reflue e di depurazione, il Comune spenderà 11milioni392mila euro. Per lo stesso biennio sono state emesse fatture per solo 6milioni996mila euro. Cioè con una perdita prevista di Ma, visto che negli anni si è passati dal 60% di riscossione (quando il servizio era gestito dal Comune) al 42% del biennio 2008/2009, la perdita secca per le casse del Comune per il 2010/2011 sarà superiore agli 8,5milioni di euro.
  3. f) Negli anni la riscossione coattiva della ditta incaricata alla gestione del servizio idrico è stata pressoché nulla e le somme da recuperare sono diventate ingenti. Ci sono decine di condomini che devono al Comune molte centinaia di migliaia di euro, ma, complice la politica locale (notissimi esponenti politici locali abitano in alcuni di questi condomini), si minacciano tagli e ingiunzioni che finiscono sistematicamente nel nulla.

La conclusione dell’analisi di Amitrano fu quella di tornare alla gestione in house, visto l’evidente fallimento dell’esternalizzazione del servizio. Alla Publiservizi, per intenzione dell’ex Commissario straordinario, Gabriella Tramonti, prima gli fu sospesa la proroga (concessagli per un anno dall’ex amministrazione Cavallo) per la gestione del servizio di riscossione ordinaria e coattiva delle entrate relative alla Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani), alla Tosap (tassa occupazione suoli e aree pubbliche), all’Icp (imposta comunale) e poi annullato anticipatamente il contratto di gestione del ruolo acqua. L’amministrazione Liccardo aveva optato per l’esternalizzazione del servizio idrico, ma, stranamente, non è mai partito il bando pubblico per individuare il privato che avrebbe dovuto gestirlo. Intanto, da oltre tre anni, i contribuenti censiti non ricevono bollette. Alla prossima puntata.

Mimmo Rosiello

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