Giugliano. Da quasi due mesi ricoverata in rianimazione, impossibilitata ad uscire nonostante stia bene e sia guarita. Dall’ospedale gli infermieri addetti non trovano l’accordo per l’assistenza domiciliare e la donna si trova prigioniera, suo malgrado, costretta su un lettino, con tutte le conseguenze del caso. La 63enne, malata di Sla, a causa del ricovero prolungato ha avuto infatti diverse complicazioni e infezioni nonché disturbi emotivi. La corsa in ospedale lo scorso 19 settembre. La donna, alla quale da poco avevano diagnosticato la malattia, aveva cominciato ad avere disturbi respiratori. Lì è iniziato il suo calvario in ospedale.

Nei primi giorni medici sono riusciti a tamponare l’emergenza ed in due settimane il caso sembrava risolto. La 63enne, secondo quanto racconta il figlio, GD. era pronta per tornare a casa ma il mancato accordo tra gli infermieri che avrebbero dovuto garantirle l’assistenza la costringe ad attendere ancora lì. E così da quel momento cominciano le varie infezioni dovute proprio al lungo permanere in sala di rianimazione. Emergenze che capitano spesso e ai quali i medici sono preparati. Ma più il tempo passava e più la donna era debole ed incastrata in ospedale. Per fortuna però la 63enne riesce a superare tutti gli ostacoli.

Nonostante questo le dimissioni continuano a ritardare incredibilmente. Due settimane fa arriva l’agognato permesso dei medici ma ancora gli infermieri non trovano l’accordo per assisterla a casa tanto da costringerla a restare ancora altri giorni chiusa in una stanza con tutte le gravi conseguenze del caso.

Dall’Asl fanno sapere: “L’ospedalizzazione domiciliare è un servizio estremamente delicato perché comporta implicazioni cliniche, umane e organizzative importanti. – dice la dr.ssa Virgina Scafarto, Direttore Sanitario dell’ASL Napoli 2 Nord  – Assistere un paziente complesso a casa richiede professionisti qualificati, addestramento dei familiari nella gestione di procedure invasive, adeguamento degli spazi di vita a macchinari che in ospedale sono presenti tipicamente nei reparti di rianimazione. Per questa ragione, ogni paziente richiede progetti di assistenza personalizzati che possono implicare tempi di trasferimento da una struttura ospedaliera a un’abitazione anche di diversi giorni.”

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