C’è qualcosa che non ha funzionato nella vicenda di Natalia Merlo, la piccola di sette mesi, deceduta in seguito ad un intervento di cardiochirurgia all’ospedale di Padova. La piccola aveva bisogno dell’intervento chirurgico a causa di una cardiopatia.

La perizia medico legale dei consulenti nominati dalla Procura patavina ha ravvisato responsabilità dei sanitari (al momento ignoti) nella morte della gemellina di Trivignano Udinese, Natalia Merlo. La famiglia aveva mostrato dubbi e perplessità circa la delicata operazione al cuore, ma anche sulla diagnosi preparatoria e sull’assistenza e la gestione del post – intervento.

I fatti risalgono al 26 settembre dell’anno scorso. La sua nascita fu un vero e proprio evento ad Udine, perché venne alla luce con altri due gemellini, un maschietto ed una femminuccia, con entrambi i genitori che vantavano numerosi parti gemellari nelle loro rispettive famiglie. I piccoli stavano bene, ma poi Natalia ha cominciato ad accusare dei problemi.

Quasi tre mesi vissuti per lo più in terapia intensiva tra speranze di una risoluzione delle problematiche e gli sconforti per gli interventi correttivi che non riuscivano, tra qualche segnale di ripresa e notizie shock come quella che la piccola poteva aver riportato irrimediabili danni cerebrali, fino alla tragedia finale.

Ora, per la Procura di Padova, qualcosa non ha funzionato in quel reparto di cardiochirurgia che è, indubbiamente un’eccellenza italiana e non solo. Al momento è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, soprattutto in seguito all’esposto presentato dai genitori, che avevano subito avuto dubbi sull’intervento e sulle sue modalità.

 

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