Un uomo che si interessava di tutt’altro, ad un certo punto, improvvisamente, si ritrova catapultato in un modo del tutto nuovo, pieno di pescecani e con grosse possibilità di sviluppo. Lo so, sembra che stiamo parlando di Voi-Sapete-Chi, ma no. In questo articolo non si accennerà alle dichiarazioni di De Laurentiis sulla storia del Napoli che pare non esserci stata. Si parlerà di un capolavoro di Woody Allen datato 1971: Il dittatore dello stato libero di Bananas.

 

“Io, sono il vostro nuovo Presidente. D’ora in avanti la lingua ufficiale del Bananas sarà lo svedese! Silenzio. A partire da ora tutti i cittadini saranno tenuti a cambiarsi la biancheria ogni 30 minuti! La biancheria sarà portata sugli indumenti. Per poter controllare. Oltre a ciò, tutti i ragazzi sotto il sedicesimo anno di età a partire da ora avranno 16 anni!”, un atteggiamento tipico dei dittatori, cambiare le regole del gioco, annullare tutto quello che c’è stato prima, calpestare la memoria affinché nel proprio popolo si instauri un sentimento di ineluttabilità. Quello che c’è c’è sempre stato e ci sarà per sempre e se non sarà per sempre o non è colpa del suddetto ed ipotetico dittatore oppure non ci sarà più nulla e basta. Il futuro senza il regnante non è contemplato, il passato non esiste. Esistono le promesse e non importa se vengono mantenute oppure no. La storia è irrilevante, perché lo Stato di Bananas prima non esisteva più e questo dittatore, oltre alla lingua svedese, poteva anche cambiare il nome del Paese in Svezia proprio, o Partenope, perché no.

 

E mi raccomando, guai a controbattere o a dissentire, Miss America lo diceva: “Ritengo che il signor Mellish sia un traditore del suo Paese perché le sue idee sono diverse da quelle del presidente e di tutti i benpensanti. Le diversità di opinioni sono sì tollerate, ma non se sono troppo diverse, se no si diventa cattivi e sovversivi”

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