Il senatore Lucio Romano (Democrazia Solidale), come promesso negli immediati momenti successivi all’evento, ha rivolto un’interrogazione urgente al Ministro dell’Ambiente per fare chiarezza sul grave incendio verificatosi il 31 agosto scorso a Giugliano, quando un deposito giudiziario di autovetture, con oltre trecento autoveicoli, depositati anche dal 2002, prese fuoco causando, di primo impatto, una grossa nube nera visibile sia in molte parti dell’Agro Aversano che nella stessa zona centrale della città di Napoli. Ovvie le conseguenze sotto il profilo dell’inquinamento ambientale di una zona già duramente colpita dal fenomeno.

Il parlamentare aversano, che è anche componente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, compie un excursus sulla normativa in materia ed evidenzia la possibilità che le conseguenze dell’incendio siano state di moltiplicate a causa dell’inosservanza della predetta normativa. Romano, ovviamente, richiama anche l’attenzione su cosa e in che tempi il Governo centrale vorrà fare per cercare di arginare quanto causato dall’incendio.

“Premesso che: il 31 agosto 2015 si è sviluppato a Casacelle, frazione di Giugliano (Napoli), un incendio in un deposito giudiziario con oltre 300 autoveicoli (conferiti nella depositeria anche dal 2002), domato dopo diverse ore gra­zie all’impegno dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. L’incendio ha provocato una nube tossica, con polveri disperse a diversi chilometri di distanza, causando anche dopo giorni un allarme am­bientale e sanitario; a breve distanza dal luogo dell’incendio sorge inoltre il liceo «Car­tesio», che con l’inizio del nuovo anno scolastico riprenderà la sua rego­lare attività;

A giudizio dell’interrogante è improponibile nonchè pregiudizievole per l’ambiente e la salute dei residenti la collocazione di un deposito giu­diziario per veicoli, rottami e pneumatici fuori uso e corrosi dal tempo presso centri abitati; si registrano frequentemente incendi di rifiuti sversati illegalmente nella zona, e prevalentemente a nord dell’area metropolitana di Napoli, con grave danno alla salute dei cittadini;

I depositi giudiziari costituiscono  di fatto centri di raccolta di veicoli abbandonati, spesso trascurati o poco monitorati, i quali, una volta sottoposti a sequestro, dovrebbero rimanere in questa sede per il tempo strettamente necessario ad accertare la possibile identificazione di un proprietario che provveda a farne reclamo. Nei fatti, i veicoli e le so­stanze ivi contenute o da loro generate rimangono molto più a lungo in questi depositi, soggetti alle intemperie che ne comportano la diffusione attraverso l’aria e le falde acquifere; trattandosi di materiali altamente in­quinanti l’allarme ambientale e sanitario è certamente giustificato, si chiede di sapere:

– quali siano i dati di rilevamento, campionati e monitorati dagli or­ganismi competenti, delle polveri fini (PM10), idrocarburi policiclici aro­matici (IPA), biossido di azoto, biossido di zolfo, diossine e PCB diossina-simile nei territori coinvolti dai fumi tossici;

– quali siano state le procedure di prevenzione e monitoraggio sani­tario attivate dalle competenti istituzioni sanitarie;

– quali siano le procedure di ritiro e smaltimento dei veicoli-rottami eseguite nel deposito giudiziario nonchè la sussistenza dei requisiti am­bientali, il rispetto delle norme di sicurezza e delle disposizioni dettate dalle norme di settore e quali controlli siano stati effettuati al riguardo;

se il Ministro in indirizzo intenda procedere ad una verifica dei centri di raccolta in merito alla regolare osservanza della disciplina per la sicurezza ambientale e sanitaria.

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