Palla a Mertens, fantascientifico passaggio filtrante a Gonzalo Higuain che neanche con il triangolo della Playstation riesce tanto perfetto e tiro di Higuain che piega le mani a Berisha. La partita del Napoli è tutta qui per il Benitez più beniteziano della sua Era partenopea perché il suo Liverpool era questo, non quello del Tiki Taka erroneamente assegnato all’ex Valencia solo in quanto spagnolo. Il calcio di Benitez è solidità e talento. La solidità c’è stata (insieme a qualche sbavatura), il talento è sempre lo stesso, quello di Gonzalo Higuain che quando vede la Lazio si sente particolarmente ispirato e quello di ieri è il settimo gol nelle sue 4 partite ufficiali contro le aquile ed è arrivato alla quinta rete nelle ultime 4 gare ufficiali.

La partita è stata particolarmente tattica, bloccata a centrocampo, con la Lazio che tiene il possesso palla ed ha tirato molto in porta. Nel primo tempo avrebbe anche meritato il pareggio forse, vista la traversa di Parolo e la clamorosa palla gol mangiata da Cavanda, poi poco altro con il Napoli che nel secondo tempo ha abbinato una solidità difensiva, tenuta in piedi da un monumentale Raul Albiol, alla grinta di Higuain che per tutto il tempo ha padroneggiato lì davanti.

Il Napoli vince una partita fondamentale, mette un solco tra se e le milanesi, tiene botta a Sampdoria e Fiorentina e soprattutto si riprende il terzo posto chiudendo in bellezza il girone di andata, anche se i 9 punti in meno rispetto alla passata stagione, gridano vendetta.

 

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