Napoli. Un tatuaggio che è costato molto caro ad Antonio Napoletano, il 19enne autore della sparatoria che scatenò il panico alla discoteca “Millennium”, ex Metropolis, lo scorso 11 ottobre. Il 19enne è stato incastrato dalle immagini di videosorveglianza del locale. Un dettaglio, in particolare. Il tatuaggio “Thug” disegnato sulla spalla, che significa “criminale”, quel marchio che si è fatto orgogliosamente disegnare sul corpo e che lo identifica come un boss, un esponente di spicco della paranza dei “bimbi” dei Sibillo-Giuliano che comanda al centro storico di Napoli.

Ha solo 19 anni, Napoletano. Ma quel tatuaggio già traccia un curriculum criminale di tutto rispetto. Ha alle spalle già un precedente per detenzione di armi da fuoco. Dai nemici viene temuto e rispettato per la sua violenza, la stessa che ha mostrato all’interno della discoteca l’11 ottobre scorso. “O nannone – come viene soprannonimato – non mira alle gambe, ma spara per uccidere”. Così dicono di lui i Buonerba, il clan dei “capelloni” di via Oronzo Costa, avversari storici dei Giuliano nei quartieri storici. Come a dire: anche a Villa Literno poteva finire in tragedia.

 

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