“Comanda il più grande libero” era stato questo il diktat di Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo ‘o milionario, leader del narcotraffico a Secondigliano e dintorni. Una sorta di testamento morale che ha portato i suoi dieci figli ad avvicendarsi di volta in volta ai vertici dell’organizzazione criminale.

Una vera e propria dinastia quella del boss arrestato nel 2005. Dieci figli e quindi caratteri e temperamenti variegati. Tipi umani diversi. Alcuni in libertà, altri no.

C’è Cosimo, 44 anni, arrestato dodici anni fa e condannato a trent’anni. Vincenzo è invece libero, ha 42 anni e fa l’imprenditore, anche grazie ad una parte dell’indennizzo incassata per la morte del fratello Domenico,avvenuta in un incidente stradale più o meno vent’anni fa. Dopo dieci anni di cella per fatti di camorra ora è libero. Si tiene lontano dalle baby paranze e dai boss adolescenti e si dice che abbia ereditato lo stesso carisma del padre.

Giuseppe è l’ultimo nato; ha 20 anni ed era poco più che un bambino quando scoppiò la faida; non risulta coinvolto nelle evoluzioni del clan. È in libertà Ciro Di Lauro, 39 anni, arrestato nel primo maxi blitz che coinvolse l’organizzazione. Quello a cui riuscirono a sfuggire i suoi fratelli Nunzio e Marco. Il primo, 32 anni, fu arrestato nel 2008 dopo un anno di ricerche. Il secondo, 37 anni, è uno dei superlatitanti più ricercati sia in Italia che all’estero. Tredici anni di latitanza e una condanna per associazione camorristica.

Sono in carcere invece Antonio Di Lauro, 26 anni, arrestato nel 2010, e il fratello Raffaele, 23 anni, arresta,to mentre festeggiava il compleanno della compagna su una nave da crociera. L’accusa è sempre, per tutti, legata alla droga, ai vari tipi di traffici di stupefacenti.

Traffico di droga che, stando alle recenti ricostruzioni degli inquirenti, aveva portato la famiglia a sancire un patto con il nuovo gruppo della Vinella Grassi. Questa è l’accusa con cui ieri è stato arrestato Salvatore Di Lauro, 29 anni, finito in manette già nel 2006 proprio per traffico di droga. Scontata la pena è tornato in libertà, ma ieri si sono riaperte per lui le porte del carcere.

 

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